martedì 22 settembre 2009

CARTE ITALIANE A PITTSBURGH Il Tempo 22 settembre

L’Italia ha molto in gioco al G20 di Pittsburgh: la proposta di nuove “global rules” condivise dai 20 “Grandi” dell’economia e della finanza mondiale nasce a Roma. E’ stata portata gradualmente avanti prima in via bilaterale (convincendo Germania e Francia), poi in sede Ue ed infine al G8 (in effetti un G a geometria variabile) tenuto a L’Aquila in luglio. La settimana scorsa è stata il punto centrale della sessione dei Ministri dell’Economia e delle Finanze Ue.
Della proposta si conoscono essenzialmente le 70 pagine (o giù di lì) chiamati , a livello internazionale, i “principi de L’Aquila”. Il nodo di fondo del G20 è se ed in quale misura i “principi” saranno acquisiti e condivisi e si potrà passare allo stadio successivo della (non certo facile) redazione di convenzioni e trattati internazionali. E’ utile notare come parte importante della comunità finanziaria sostenga la linea dei “principi” per giungere a nuove “global rules”. Ad esempio, in questi giorni, Constantinos Stephanou, un alto dirigente della Banca Mondiale, ha pubblicato un saggio in favore dell’approccio “made in Italy”. Anche Rameshu Babu di una delle maggiori facoltà di finanza aziendale dell’India ha inteso scendere in campo con un articolo pubblicato su una delle maggiori riviste internazionale. Ciò non vuole dire che il Governo dell’India (usa a far sentire il proprio peso in sedi come il G20) sia a favore della proposta, adesso diventate “made in European Union”.
Soprattutto, gli Stati Uniti non hanno scoperto le loro carte. Ed il gioco di alleanze ad esse connesso.

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