sabato 27 giugno 2009

A VENEZIA IL CREPUSCOLO TORNA IN VESTE POLITICA Milano Finanza 27 giugno

Dopo il Götterdämerung fantasmagorico curato da La Fura dels Baus per Firenze e Valencia e prima della versione prodotta per i Festival di Aix en Provence e Salisburgo, arriva a Venezia (sino al 7 luglio) un allestimento “politico” de La Fenice ed il Teatro dell’Opera di Colonia. Le letture “politiche” della saga wagneriana, iniziate con un’edizione Pizzi-Ronconi alla Scala, sono progressivamente passate di moda negli Anni 90 quando si sono preferite letture filosofiche. Quindi, questo allestimento (regia di Robert Carsen, le scene ed i costumi sono di Patrick Kinmonth) è, per certi aspetti, “rétro”. Mentre, anche sulla scia di un film di Luchino Visconti, i Götterdämerung “politici” di trent’anni fa ambientavano in epoca nazista la complicata azione scenica (al crepuscolo degli Dei corrisponde, sulla terra, il tracollo di un regno corrotto), le uniformi, il passo militare e lo sbandieramento di vessilli a fondo rosso, inducono a pensare agli ultimi sprazzi della Repubblica Democratica Tedesca, ossia della Germania Est. Manca solo, nel finale, dopo l’incendio del Palazzo del potere e lo straripamento del Reno, l’abbattimento del muro di Berlino. Molto curata la recitazione, come consueto nelle regie di Carsen.
La parte musicale stride leggermente con questa lettura. Jeffrey Tate accarezza la partitura mostrandone i ricami: una concertazione all’italiana o all’austriaca piuttosto che alla tedesca. Tra i protagonisti, spiccano la Brunilde di Jane Casselman e la Gutrune di Nicole Beller Carbone. Diseguale il Sigfrido di Stefan Vinke, pur dotato di ottimi mezzi vocali. Di buon livello gli altri.

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