giovedì 18 giugno 2009

Obama poteva aspettare il G8 per presentare la sua riforma della finanza, L'Occidentale del 18 giugno

La riorganizzazione dell’architettura per la regolazione e finanziaria Usa presentata ieri sera dal Presidente Barack Obama richiede un esame attento e meditato che potrà essere effettuato solamente quando i testi dei provvedimenti saranno stati resi disponibili e si saranno potuti studiare. In queste materie, lo sappiamo, “il diavolo si nasconde nei dettagli”. Si possono, e si devono, però, fare due osservazioni sulla base delle informazioni di stampa. Una riguarda il metodo ed una il merito.

Sotto il profilo del metodo, occorre chiedersi quanto sia saggio presentare un’architettura con chiare scelte di campo (nuove funzioni tanto alle autorità monetarie quanto al Tesoro in tema di vigilanza su intermediari non finanziari, poteri al Tesoro d’intervento immediato per assumere il controllo di istituti affetti da titoli tossici, istituzioni di una pletora di nuove agenzie specializzate) a due settimane circa del G8 ed a tre mesi circa dal G20 che dovrebbero definire nuove regole per la finanza internazionale – le “global rules” ed il “Lecce frame work”. Ciò potrebbe o pregiudicare il lavoro per la messa a punto delle nuove regole oppure considerarlo di poca importanza, enfatizzando l’ipotesi “ciascun a suo modo, per mutuare un termine pirandelliano (ossia che ogni Stato o Unione di Stati faccia come meglio ritiene). E’ questa la tesi favorita dall’Asia e dai BRIC.

Sotto il profilo del merito, il Presidente degli Stati Uniti ed i suoi Ministri (nonché i loro consiglieri) hanno adottato il percorso di fare “contenti tutti” (burocrati, banchieri, controllori, controllati, consumatori, anche titolari di carte di credito, studenti ed automobilisti) tramite una complessa serie di compromessi. Ciò comporta vantaggi di immagine e popolarità politica nel breve periodo ma propone per il medio e lungo termine un’architettura molto complessa, quasi barocca. Difficile dire se tale architettura avrà l’”advise and consent” (il parere favorevole ed il consenso), come recita la Costituzione Usa da parte del Congresso. I compromessi sono così abili proprio per cercare d’ottenere il placet di Capitol Hill ma i tasselli sono tali e tanti che, se ne cade uno solo, può essere messa in discussione l’intera montagna di provvedimenti. Ad una prima lettura dal punto di vista internazionale, il modello si giustappone al “Keep it Simple” . proposto come regola di base per i “global rules” e il “Lecce frame work”.

Andiamo al G8 ed al G20 verso una contrapposizione od uno scontro Usa-Ue? Non è detto. La diplomazia economica e finanziaria farà di tutto per evitarlo e per trarre risultati positivi da una situazione oggettivamente difficile. Tuttavia, questo è un ulteriore segnale che l’Atlantic Community Economic Partnership è consegnata ai libri di storia e che la “Euro-Dollar Diplomacy” non è mai decollata.

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