sabato 4 aprile 2009

LE DELUSIONI ANNUNCIATE DEL G20 E LE SPERANZE DEL G8, FFwebmagazine del 3 aprile

Per chi segue la crisi finanziaria internazionale, e ne aveva intravisto l’approssimarsi in un articolo pubblicato nel lontano dicembre 1999 su un quadrimestrale di centro-destra edito a Napoli (“Elites”, n. 3 1999), il G20 di Londra si è concluso con una serie di delusioni annunciate. Infatti, i punti centrali degli accordi raggiunti nella capitale britannica erano scontati da tempo. L’aumento di risorse deliberato per il Fondo Monetario altro non è che un’applicazione del General Agreement to Borrow (GAB) che risale addirittura al 1962 (allora ne facevano parte i dieci Paesi più industrializzati e la Svizzera; è naturale oggi gli impegni siano estesi a Paesi con bilance dei pagamenti in forte attivo) ; in base al GAB, i Paesi firmatari si sono impegnati a prestare al Fondo tutte le risorse di cui non avesse bisogno. In effetti nei dieci anni precedenti la crisi attuale, il Fondo non ha ne avuto alcuna esigenza poiché, dopo la crisi asiatica del 1996-98, pochissimi si sono rivolti all’istituto per avere finanziamenti tanto che circa un anno fa era stato definito un programma per ridurne del 20% l’organico. Ora, ovviamente, Paesi in forti difficoltà corrono alla ricerca di aiuti.
L’impegno solenne a bloccare l’ondata protezionista pare poco credibile alla luce degli avvenimenti degli ultimi mesi. Una dichiarazione analoga era stato sottoscritta a Washington dal G20 a Washington a metà novembre. Da allora 17 dei 20 Paesi firmatari hanno aumentato i dazi (ed anche introdottone di nuovi) come documenta un’analisi dettagliata dell’Economist Intelligence Unit. Ciò sta avvenendo anche all’interno di quello che dovrebbe essere il mercato unico per eccellenza , quello dell’Ue. Nel caso del mercato europeo – afferma un’analisi della Erste Bank viennese – le protezioni vengono applicate non tramite dazi e contingenti ma per mezzo di barriere normative apparentemente in campi ben differenti dal commerciale (il sanitario, l’ambientale), ma in sostanza di forte impatto sulle importazioni.
Le misure sui cosidetti “paradisi fiscali” sono state in discussione per anni in ambito Ocse, che ha pronta l’elenco da circa un lustro. E’ difficile potere valutare l’efficacia di misure che (a quel che si sa) non comportano potestà ispettiva o sanzionatoria. Il livello di “aiuti pubblici” allo sviluppo di 50 miliardi di dollari l’anno significa riportare il livello di tale flusso alla cifra “nominale” di 20 anni fa, in effetti, tenendo conto dei movimenti dei prezzi, ad un ammontare “reale” pari alla metà di quello della fine degli Anni 80.
La promessa più significativa, se ad essa verrà dato corpo, è la novità introdotta grazie agli sforzi del Governo italiano: definire una rete di sicurezza internazionale per gli strati di popolazione ed i Paesi più colpiti dalla crisi. E’ in linea con l’economia sociale di mercato quale presentata dal Presidente della Camera Gianfranco Fini e da un panel internazionale di esperti alla Sala della Regina di Montecitorio il 26 marzo scorso. Riflette soprattutto l’esigenza di contenere il malessere sociale; se esso cresce, non solamente i costi della crisi si pongono asimmetricamente soprattutto sui ceti più deboli ma non si possono dare risposte politiche efficaci di sorta alla crisi perché la politica deve necessariamente rivolgere la propria attenzione a esigenze di breve periodo (frenare la protesta). Tale risposte politiche riguardano – come sostiene l’Italia- la definizione di nuove regole certe (soprattutto micro economiche) per il funzionamento dei mercati finanziari – regole volte non solo a uscire dall’attuale crisi ma a prevenirne di analoghe.
Non è un compito facile. Vi si deve lavorare di buona lena in un ambito più ristretto del G20 con l’obiettivo di giungere ad un accordo sul loro “nocciolo duro” al G( della Maddalena , in calendario in luglio sotto la presidenza dell’Italia. Una base importante su cui operare è la “lex mercato ria” di nuove prassi, non scritte ma osservate, che sta evolvendo nel diritto civile internazionale.

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