domenica 19 aprile 2009

DALL’”ULTIMO G8” UNA NUOVA ROTTA PER IL FUTURO , Il Tempo 20 aprile

Nell’ultimo lavoro per la scena dell’allora 78ne Richard Strauss, uno dei protagonisti (un anziano capocomico) dice che per un attore di razza ciò che conta non è “come si entra (in palcoscenico) o quel che si fa (durante lo spettacolo) ma come si esce”. Occorre tenerlo presente in queste settimane in cui politici, sherpas, e barracuda-esperti stanno mettendo a punto la strategia per il “G8” della Maddalena. E’ un vertice differente da tutti gli altri non solamente perché avviene nel mezzo di una crisi finanziaria ed economia sistemicale ma anche poiché sarà l”ultimo G8” (della seria iniziata circa 35 anni nel Castello di Rambouillet). Probabilmente i Capi di Stato e di Governo presenti saranno poco più di una dozzina, ma quelli che non appartengono al “G8” ufficiale ( o storico, che dir si voglia) non si accontenteranno, in futuro, di essere invitati per il caffè (e non per il pranzo di gala). In quanto “ultimo G8” resterà negli annali della storia economica e, soprattutto, dovrà indicare agli altri “G” la rotta per il futuro, non solo per come uscire dalla crisi ma per quello che dovrà essere il mondo del dopo-crisi. Un po’ come avvenne con le conferenze di Bretton Woods (per la finanza) e di La Havana (per il commercio) mentre volgeva al termine la seconda guerra mondiale. Ciò rende tremendamente importanti il ruolo e le responsabilità dell’Italia, “ultimo Presidente” dell’”ultimo G8”.
L’attenzione si è concentrata sulle “nuove regole” per la finanza mondiale. E’ tema centrale sia al riassetto sia al dopo-crisi. Data la delicatezza della materia, è necessario che prevalga il riserbo della diplomazia economica internazionale. E’, tuttavia di buon auspicio, la notizia che il 18 aprile all’Adlon Hotel di Berlino (proprio alla Porta di Brandeburgo) politici e tecnici dei maggiori Paesi industriali ad economia di mercato siano giunti ad un’intesa su quanto predisposto dall’Italia. E’ pure importante sapere che, per mutuare il titolo di un breve ma efficace studio predisposto, dal Ceps di Bruxelles e dall’Assonime italiana, le “nuove regole” saranno ispirate a semplicità e trasparenza.
L’”ultimo G8”, però, mancherebbe al compito di aprire il solco per il dopo-crisi se non affrontasse l’altro problema chiave: dal dopoguerra alla metà degli Anni 80. il mondo (ed in particolare i Paesi Ocse) hanno conosciuto una crescita senza precedenti (rispetto ai secoli passati) accompagnata da una riduzione delle disparità, mentre negli ultimi 20 anni (sino alla crisi in corso) la crescita è stata a macchia di leopardo, ma ovunque contrappuntata da un aumento delle differenze di reddito e di benessere. Il mercato è stato la locomotiva della crescita sino a quando i conducenti erano consapevoli di tenere la barra di una rotta che ne correggesse le imperfezioni e coniugasse crescita con equità. Tornerà ad esserlo se i conducenti del futuro riacquisteranno tale consapevolezza e terranno la barra dritta.

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