martedì 24 febbraio 2009

Sessant'anni fa moriva il compositore tedesco Strauss , FFwebmagazine del 24 febbraio

In Italia passano quasi inosservati i 60 dalla morte di Richard Strauss. Mentre l´anno scorso, in quasi tutti i nostri maggiori teatri sono state rappresentate opere del compositore (uno dei maggiori autori del teatro in musica del Novecento), nel 2009 unicamente il Teatro Carlo Felice di Genova mette in scena un suo lavoro per la scena - Ariadne auf Naxos. Ha debuttato il 17 febbraio e le repliche proseguono sino al 28febbraio. Non mancano concerti celebrativi delle maggiori formazioni sinfoniche; ad esempio, all´Accademia di Santa Cecilia ha appena eseguito la Sinfonia delle Alpi ed al Lingotto l´Orchestra Nazionale Rai farà ascolatre in aprile Morte e Trasfigurazione. Tutti i principali teatri tedeschi, invece, hanno veri e propri festival straussiani che si estendono per l´intera stagione.

Strauss amava specialmente le voci femminili. I protagonisti delle sue opere sono spesso donne - le più note sono Salomé, Elektra, la Marescialla del Rosenkavalier. Ariadne è incentrata sul confronto tra Arianna che, abbandonata da Teseo, vuole suicidarsi e la teatrante Zerbinetta che, invece, la convince a trovarsi un altro amante. Pure due opere, raramente rappresentate in Italia (Die Ägyptische Helena e Arabella) ma di cui si possono apprezzare nuovi allestimenti a Berlino e Francoforte, sono imperniate su donne. E su donne molto novecentesche, nonostante la prima si svolga ai tempi omerici e la seconda subito dopo la sconfitta (nel 1866) degli austriaci da parte dei prussiani. Elena tradisce ripetutamente Menelao (prima, durante e dopo la guerra di Troia) ma, aiutata dalle amiche, lo convince ad essergli rimasta castamente fedele. La giovane Arabella rimette in senso le scassate finanze della famiglia innamorandosi di un ricco quarantenne croato e facendogli perdere la testa alla follia. Un tratto comune dei tre allestimenti è che l´intreccio è attualizzato: le peripezie di Arianna e di Arabella sono portate ai giorni nostri (in Arabella si respira la crisi finanziaria mondiale) e le vicende di Elena in una maison de plaisir nella Cairo nel 1930 o giù di lì. Coproduzione tra Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro dell´Opera di Atene e Opera di Oviedo, nel cast di Arianna spiccano Elena Belfiore in quello del Compositore, Warren Mok in quello di Bacco, Oksana Dyka in quello di Arianna, Elena Mosuc in quello di Zerbinetta. Sul podio, Juanjo Mena, rende bene la preziosità di una scrittura in cui l´orchestra è un raffinato giocattolo cameristico di 36 strumenti.

Nella Helena alla Duetches Oper di Berlino, il regista Marco Arturo Marelli punta su di un pizzico di Freud e molta ironia sul perbenismo borghese. Andrew Litton dà una lettura briosa della partitura. Robert Chalin (Menelao) è un tenorone eroico che prende in giro i tenori wagneriani, tanto robusto quando credulone. La giovane Ricarda Merberth è una Elena sensuale e dal vasto registro vocale. Eccezionale Laura Aikin (di casa alla Scala ed al Maggio Fiorentino). Nell´allestimento di Arabella a Francoforte (coprodotto con il Teatro Reale di Göteborg in Svezia), il bianco e nero è di rigore; si staglia sul resto il magnifico abito da sera azzurro della protagonista. Regia efficace quella di Christof Loy, cesellata la direzione musicale di
Sebastiane Weigle. Un cast giovane; Anne Schwanewilms è un Arabella di grande avvenenza fisica e vasta estensione vocale, Robert Hayward (Mandryka) un vero baritono di agilità, Alfred Reiter e Helena Döse i genitori decaduti della protagonista.

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