sabato 17 gennaio 2009

COME SI COSTRUISCE UN OSCAR DELLA LIRICA Il Tempo 17 gennaio

La produzione con cui La Scala ha inaugurato la stagione del 2007 – 2008 è stata il maggior successo, da quando Stéphane Lissner è Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione. “Tristano ed Isotta” di Richard Wagner non è un titolo che si presta ad un’inaugurazione caratterizzata da mondanità. E’ molto lunga (la “prima” si è stati in teatro circa 6 ore , due intervalli compresi). Nonostante Wagner l’abbia chiamata “Aktion” (ossia “azione”) in tre atti, è molto statica con il primo atto dedicato interamente al racconto (da parte di Isotta) degli antecedenti, il secondo all’agonia visionaria di Tristan ed il terzo ad un lungo duetto. Molti erano scettici del risultato. Tuttavia, la produzione ha avuto il “Premio Abbiati” (L’Oscar della lirica) e torna, a grande richiesta, alla Scala dal 5 al 25 febbraio. Lo spettacolo è stato visto in diretta in 50 cinema (grazie ad un sistema digitale). In differita, è andato su tutti i maggiori canali televisivi italiani e stranieri. Unicamente sul canale di musica classica di “Sky” è stata trasmesso già una dozzina di volte .
Lo spettacolo era affidato (oltre che ad un organico di cantanti di altissimo livello) a due “mostri sacri”: Daniel Barenboim e Patrice Chéreau. Utile ricordare che Barenboim è un pianista eccelso oltre che un famoso direttore d’orchestra ed organizzatore musicale (una sua creatura è l’orchestra Divan in cui giovani musicisti d’Israele e della Palestina suonano fianco a fianco). Chéreau è attore, produttore. regista teatrale e cinematografico oltre che di opere liriche; in effetti, è stato lanciato giovanissimo da regie d’opera ma dal 1995 al 2005 è stato lontano dal teatro in musica.
Il libro riporta i dialoghi, sull’arco di diversi mesi, tra Barenboim e Chéreau su come impostare il “Tristano e Isotta” per la Scala e su come ritoccarlo dopo la prima- viene ritoccato ancora una volta per la ripresa in febbraio. Non è una mera trascrizione. Gastón Fournier-Facio, a lungo coordinatore artistico dell’Accademia di Santa Cecilia ed ora alla Scala, ha organizzato il materiale per temi, evitando di riportarne gli aspetti più tecnici per rendere il libro interessante a chi vuole vedere, dal di dentro, come si costruisce un Oscar della lirica. Barenboim e Chéreau avevano progettato un “Tristano ed Isotta” insieme nel 1979; lo hanno realizzato circa trent’anni più tardi – quindi, con un lavoro attento su testo e partitura. Due terzi del libro riguardano l’interpretazione del testo e la drammaturgia di un’”Aktion” in cui tutto lo svolgimento, tutto interiore, viene letto come un cammino iniziatico verso il morire insieme. Inoltre dei due interpreti principali, Waltraud Meier ha interpretato diecine di volte il ruolo d’Isotta (meno plasmabile, quindi) mentre Ian Storey debuttava in quello di Tristano. Della parte del volume dedicata alla partitura, particolarmente interessante la sezione sulla modulazione e concezione del “tempo”. Un testo essenziale per chi si recherà a Milano per la riprese ed utile a comprendere quanto lavoro intellettuale è necessario per arrivare al risultato atteso.

Daniel Barenboim, Patrice Chéreau “Dialoghi su Musica e Teatro- Tristano e Isotta” (a cura di Gastón Fournier-Facio) Feltrinelli, pp.113 € 18

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