lunedì 29 dicembre 2008

IL “BARBIERE” CON GELMETTI CAPOCOMICO, Il Velino 29 dicembre

Bartolo, medico di una certa età, vuole impalmare la giovane, bella e ricca Rosina di cui è tutore.Ma la fanciulla ha messo gli occhi su un attraente giovanotto. Con l’aiuto del barbiere tuttofare Figaro , il giovane assume varie vesti (di studente, di militare, di prete insegnante di musica) per entrare nella barricatissima abitazione di Bartolo , corteggiare la ragazza ed essere lui a sposarla. A fine Settecento, la pièce di Beaumarchais aveva una certa carica rivoluzionaria – il “terzo stato” Figaro metteva ordine nei pasticci di clero, d’aristocrazia decadente e di borghesia emergente. Messa in musica dall’anziano Giovanni Paisiello diventò un’elegante e delicata commedia sentimentale. Pochi anni più tardi, al giovane Gioacchino Rossini venne chiesto di musicararla nell’arco di una settimana:nelle mani di Rossini, teocon ma bonvivant e pieno di amanti già a 24 anni, diventò frizzante come il lambrusco e brillante come la cucina romagnola. Riconosciuta come una delle quattro maggiori commedie in musica dell’Ottocento, “Il Barbiere” continuò ad avere strepitoso successo anche quando imperversava il melodramma verdiano e quasi tutti i lavori rossiniani erano finiti nel dimenticatoio.
Per la seconda, o forse per la terza volta, il Teatro dell’Opera di Roma propone “Il Barbiere” come ultimo titolo della stagione, da rappresentarsi, nel periodo delle feste di Natale e fine d’Anno, non nel grande Costanzi ma nel più raccolto Nazionale, una sala nata come cinema-teatro con un’architettura e che poco a poco sta diventando uno spazio adatto ad opere ed a balletti che non richiedono un grande organico. Una delle caratteristiche di questa edizione del “Barbiere” è che Gianluigi Gelmetti non è soltanto maestro concertatore e direttore d’orchestra ma anche regista, anzi “capocomico” che interviene nello spettacolo dialogando con cantanti (e con i danzatori ed i mimi) . Scene (Maurizio Varamo) e costumi (Laura Biagiotti) sono fatti in casa nei laboratori del teatro. L’impianto è tradizionale; il pubblico si diverte. Tanto che questa ripresa segnava già da settembre il tutto esaurito. Smagliante l’orchestra, splendida la Rosina di Laura Polverelli, efficace il Figaro di Massimiliano Gagliardo, discutibile la decisione di avere due Almaviva in scena (il 59nne ma ancora valido Raùl Gimenez ed il giovane, promettente ma con poco volume, Jaun Francisco Gatell).
Uno spettacolo fatto in casa ed a basso costo ma che gareggia benissimo con le due edizioni del “Barbiere” propinate da quel Rossini Opera Festival, ROF, che dovrebbe essere il santuario del Maestro pesarese. L’allestimento del 1992 (per il centenario della nascita di Rossini) non fù un successo: il regista Squarzina la aveva trasformata in “black comedy”. Tre anni fa ci si è rivolti, per la parte scenica, a Luca Ronconi (regia), Gae Aulenti (scene) e Giovanna Buzzi (costumi): uno studio televisivo anni 50 dove si registra un “Barbiere” (e su uno schermo vengono proiettate immagini di vecchie edizioni filmate della commedia in musica). I costumi sono di varie epoche (prevalentemente anni 40 e 50). Gli elementi scenici salgono e scendono dalla soffitta e con essi i cantanti – attori. Volano ovviamente anche i tecnici del video e del suono nella torre trasparente sulla destra del palcoscenico Un “Barbiere” volante, come anticipato da Ronconi in conferenze stampa. Un volo, però di Icaro (ossia che si innalza e poi scende a precipizio). Mentre in quello di Gelmetti non mancano né il lambrusco nè i cappelletti.

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