domenica 9 novembre 2008

SEDUZIONI E PASSIONE A PASSO DI DANZA , L'Occidentale 9 novembre

Lo spettacolo debuttato a Londra in settembre. E’ stato concepito per due artisti (ambedue molto noti, ma molto differenti per esperienza e temperamento) e per una tournée mondiale. Fa tappa a Roma dal 5 novembre a stasera 8 novembre. In Italia, lo coproducono l’Accademia Filarmonica (una delle istituzioni più antiche della città, creata attorno al 1820 da un gruppo di nobili) ed il RomaEuropa Festival (giunto alla 22sima edizione). Si rivolgono a pubblici abbastanza distinti: RomaEuropa Festival è rivolta principalmente ai giovani ed alla musica contemporanea, mentre la Filarmonica accompagna innovazione con musica da camera tradizionale. Dopo Roma, andrà al teatro dell’opera La Monnaie di Bruxelles ed al Théâtre de la Ville di Parigi prima di prendere il largo verso il Canada, gli Usa e l’Opera House di Sidney (e riapparire forse in Italia, a Milano, nell’autunno 2009). Si tratta di ”In I”, musica del giovane compositore britannico Phillip Sheppard, testo e coreografia dell’attrice francese Juliette Binoche e del danzatore (e per l’occasione anche cantante) Akram Khan. Scene di Anish Kapoor. “In I” (ossia “Dentro di me”), pur se co-prodotto tre teatri lirici e tre istituzioni musicali a carattere prevalentemente concertistico non è un’opera moderna in senso stretto: un atto unico di 70 minuti di danza, musica, canto e recitazione. E’ incentrato su due personalità forti e spiccate come quelle di Khan e Binoche. Non c’è una vicenda vera e propria vicenda (come è consueto anche in opere a soli due personaggi quali quelle dei minimalisti americani e francesi). C’ un cenno d’intreccio. In un cinema d’essai (si proietta “Casanova” di Fellini dell’inizio degli Anni 70), Lei (sulla quarantina) s’invaghisce di Lui (sulla trentina), lo corteggia e se lo fa. Inizia una relazione di sesso e forse amore, con molte tensioni tra i due. Lui diventa presto il partner dominante. Lei si sente, a volte, umiliata dal comportamento di lui. Ma il gioco pare inarrestabile. E non si conclude quando cala il sipario.
Lo spettacolo è raffinato ed elegante (anche nei momenti che avrebbero potuto scivolare nella volgarità). Juliette Binoche è quarantenne e pluripremiata, specialmente per le sue interpretazioni cinematrografiche ( Il paziente inglese, Tre colori, Les amants du Pont-Neuf); è nuova ad un teatro in musica che prevede anche canto e molta danza. Khan non ancora 35nne; nato a Londra da una famiglia originaria del Bangladesh, ha fatto delle sue doppie radici orientali-occidentali il tratto distintivo della sua personalità, coltivando fin da piccolo il kathak, una danza classica dell’India del Nord altamente stilizzata, e poi, interessandosi ai moderni linguaggi della danza contemporanea, ed anche al balletto cinese. La musica (registrata) è di puro supporto ai due protagonisti. Sheppard è un astuto creatore d’atmosfere (i suoi lavori precedenti sono principalmente per eventi specifici in luoghi puntuali come Cattedrali e parchi oppure per film) e sa coniugare vari stili (e differenti provenienze etniche) ma la sua scrittura non aspira a fare parte della “musica alta” contemporanea. Nel complesso, lo spettacolo ha fascino ed è applaudito dagli spettatori (soprattutto a ragione del virtuosismo evidenziato dai protagonisti), Con un migliore supporto musicale (perché non pensare ad un collage di musica barocca per piccolo organico dal vivo) sarebbe di più alta qualità.

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