domenica 2 novembre 2008

IN GIOCO CI SONO 30.000 POSTI DI LAVORO A ROMA E DINTORNI. Il Tempo 2 novembre

La Cai ha dato una prova di coraggio con la presentazione dell’offerta definitiva prima che piloti ed assistenti di volo firmassero l’accordo. Ciò non vuole che la vicenda Alitalia è uscita dal tunnel . I trionfalismi sono quindi fuori luogo. Significa solamente che il cerino accesso è passato nelle dita di Anpac, Ulp ed altre sigle. Con il cerino la responsabilità di fare perdere all’Italia ed a Roma ha perso una delle industrie più importante e più avanzate sotto il punto di vista tecnologico (pur se tra le più dissestate sotto quello manageriale, sindacale e finanziario). Senza piloti ed assistenti di volo non si decolla; inoltre, potrebbe iniziare un’azione oltranzista per impedire che siano sostituiti con altri, pronti invece a partire. La parola è al referendum di lunedì sul cui esito pesa una voce erroneamente diffusa: quella secondo cui gli ex-dipendenti avrebbero titolo a cassa integrazione straordinaria ed a indennità di mobilità (per un totale di sette anni) anche ove si chiudessero i battenti.
Ove i risultati del referendum fossero in favore della – come erroneamente diffuso da alcuni sindacalisti - a cassa integrazione straordinaria (tranne che non intervenga un provvedimento speciale) ma linea dura,si aprirebbero vari scenari ciascuno dei quali ha implicazioni più negative di quelle (già molto pesante) tracciate su Il Tempo alcuni mesi fa quando la ex-compagnia di bandiera sembrava giunta agli ultimi rantoli.
Un’analisi completa richiederebbe simulazioni econometriche utilizzando una matrice di contabilità sociale ed un modello d’equilibrio economico- strumenti di cui la Regione Lazio ed il suo istituto di ricerca (quando esisteva) non si sono mai dotati. Quindi, ci si deve accontentare di stime approssimative: E’ verosimile che il numero di disoccupati aggiuntivi si aggirerà, in una prima fase, sui 30.000, un numero imponente che causerà un aumento sensibile del tasso di disoccupazione nel Lazio- che è già del 6% per gli uomini e del 9% circa delle donne. I lavoratori di genere femminile rischiano di essere penalizzati più di quelli di genere maschile data l’elevata percentuale d’occupazione femminile d’Alitalia e nell’indotto. Ci vorrà tempo per smaltire un’ondata tale di disoccupati. Inoltre, la caduta dei consumi sarebbe molto più grave di quanto stimato tre mesi fa per due motivi: a) da un lato, è ormai chiaro gli ex-lavoratori Alitalia avranno titolo (tranne che non intervenga un provvedimento speciale) unicamente a indennità di disoccupazione (al 30% dello stipendio di base) per 18 mesi (poiché siamo alle prese con fallimento non con ristrutturazione aziendale; b) da un altro, il “De Profundis” per la compagnia avverrebbe in un contesto di crisi internazionale (e della finanza e dell’economia reale) molto più grave di quanto si potesse prevedere alcuni mesi fa. La settimana scorsa Il Tempo ha riassunto il quadro tracciato addirittura dal servizio studi della Banca centrale finlandese. Per molte famiglie, sia di dipendenti Alitalia sia dell’indotto, potrebbe dire scendere al di sotto di quella soglia di povertà che, secondo stime delle organizzazioni di assistenza sociale, a Roma e dintorni già sfiora le 300.000 persone.
Nel medio periodo, è probabile che, man mano che il contesto internazionale e la situazione del trasporto aereo miglioreranno, parte dei lavoratori verranno assorbiti da chi verrà ad acquistare aerei, slots ed impianti a prezzi di saldo e sceglierà con cura chi assumere.
Cosa induce a pensare ad un ulteriore irrigidimento di piloti ed assistenti di vole? Anche dietro Alitalia c’è una cabina di regia: quella che ha programmato i disordini per la scuola e l’università e si prepara a lanciare un’ondata di tensioni nei servizi pubblici locali e nelle ferrovie. Il tanto peggio tanto meglio ha l’obiettivo di colpire il Governo contando di ripetere quanto avvenuto nell’inverno 1994-95. E’ un tanto peggio, tanto meglio che costa caro al Paese e soprattutto a Roma ed infierisce sui più deboli.

Nessun commento: