mercoledì 19 novembre 2008

I VAMPIRI SONO TRA NOI Il Velino 18 novembre

La sera del 15 novembre, l’elegante pubblico per l’inaugurazione della stagione 2008-2009 del Teatro Comunale di Bologna (molti sono arrivati correndo dalla “Lettura Annuale” dell’Associazione “Il Mulino” nell’aula magna dell’università evento carissimo all’intellighentsia lib-lab) è stato accolto da striscioni e manifesti delle maestranze di una fondazione lirica su cui incombe lo spettro del commissariamento. Elegante l’ultimo presentato da tutta la compagnia quando, tre ore più tardi, si raccoglievano gli applausi del pubblico: “I vampiri non siamo noi”. Nell’intervallo, Unipol ha servito a tutti gli spettatori, vini, tartine, sandwich e pasticcini, segno che, come Santa Romana Chiesa, il teatro è povero, ma non indigente. In effetti, anche se i vampiri non sono le maestranze del comunale, occorre chiedersi se non ci siamo vampiri nel funzionamento delle fondazioni liriche, o se non ci siano stati per numerosi anni. Come mai non si è ancora dato vita ad un cartellone nazionale in cui molte opere di gradimento al grande pubblico verrebbero circuitate tra fondazioni liriche con risparmi di allestimenti e di cachet per gli artisti (anche se non risolverebbe i problemi delle masse artistiche e maestranze tecnico-amministrative)? Perché pullulano i teatri “di tradizione”? Perché tanto poco si fa in materia di co-produzioni? Perché un Teatro sull’orlo del baratro , come il Comunale di Bologna, acquista pagine intere di pubblicità redazionale su quotidiani di grande tiratura?
Ma andiamo all’opera . Tratta un romanzo di J.W. Polidori e da un “play” di successo nella Parigi del 1820 (ripreso a Broadway una trentina di anni fà), si volge Sozia: il Vampiro emerge dall’oltretomba (che gli sta stretto, nonostante le orge ed i sacrifici di belle ragazze nude , primo quadro del primo atto), ma può restare nella terra unicamente se riesce ad uccidere tre vergini in 24 ore. Due ragazze in procinto di sposarsi finiscono sue prede ma la terza (ed il proprio fidanzato) si ribellano e rispediscono. In linea con il teatro in musica tedesco dell’inizio dell’Ottocento, nei due atti, parti in prosa si alternano a numeri musicali; sotto il profilo strettamente musicale, momenti a carattere più marcatamente “diabolico” (che preannunciano il Wagner di “Die fliegende Höllander” ed anche di “Lohengrin”) ad arie, duetti, terzetti e concertati di stampo mozartiano (con pure richiami al virtuosismo del “bel canto” italiano) . Non mancano situazioni, e musica, da “operabuffa” (quale il quartetto dei beoni nel primo quadro del secondo atto) che ricordano gioielli come quelli di Nicolai.
Marschner ebbe grande successo in Germania e Gran Bretagna nella prima metà dell’Ottocento. Già metà del 19simo secolo, il più autorevole critico dell’epoca, Eduard Hanslick, definì “Der Vampyr” “sintomo di un Romanticismo morbosamente sovreccitato, che dominò la nostra musica operistica negli anni 20 e 30”. “Der Vampyr” sparì dai cartelloni sino a quando venne rilanciata, nel 1924, dal compositore Hans Pfitzner, che la giudicava “una perla della musica operistica tedesca”. Richard Wagner, che verso il 1840 stava approntando lui stesso un’opera demoniaca (per l’appunto “Die fliegende Höllander”), vi aveva aggiunto un’aria di proprio pugno. “Der Vampyr” è una proposta interessante, a pochi di distanza dalla “prima” italiana, a Cagliari, di quello che considero il capolavoro di Marschner, la “grande opera romantica” a carattere fantastico “Hans Heiling”.
Pierluigi Pizzi (autore di regia, scene e costumi) situa l’azione in una Gran Bretagna circa 1950, dove le feste pre-matrimoniali diventano oretta, si fornica educatamente e si ballano ritmi moderni (la musica si adatta bene). Nel programma di sala Pizzi spiega le sue scelte : collocare l’opera “in un tempo fuori dal tempo”, enfatizzare un elemento fisso (una radura) utilizzando molto le luci per cambiare atmosfere, Tuttavia, la scena pare un lugubre cimitero con un “green” da campo da golf. Resto perplesso in quanto da un lato manca l’elemento gotico e dall’altro si avverte l’ironia di un lavoro in cui lo stesso Vampiro afferma di avere il cuore dolce (ha una carica erotica analoga a quello di un adolescente in piena esplosione ormonale) e la sua ultima preda (ed il di lei fidanzato) danno sfoggio di tutte le acrobazia della vocalità a cavallo tra fine Settecento ed inizio Ottocento.
Dell’esecuzione musicale (di grande livello) si tratta in altra sede. Resta un interrogativo: se si resuscita il vampiro di Marschner perché solo 6 recite a Bologna e non co-produrlo con altri teatri per effettuare sinergie e contenere i costi?

1 commento:

Unknown ha detto...

Sono l’ideatore di una community che raccoglie più di 600 artisti e si chiama Progetto Cicero (http://progettocicero.ning.com).

Stiamo tentando un esperimento di comunicazione on-line basato sulla creazione di comunità piccole ma dotate di una forte coesione tra i membri che viene ottenuta sia con regole di comportamento (nominalità, tolleranza, proattività ed educazione) sia con la condivisione di discussioni e ragionamenti.
Allo scopo di alimentare la discussione tra di noi e trarre ispirazione dalla stessa, abbiamo dato il via ad un’attività che si chiama “Quindi-Ci” (http://progettocicero.ning.com/group/quindici).

In soldoni, ogni 15 giorni ci diamo un tema e lo trattiamo con diversi linguaggi.
In una sorta di gioco/concorso, passata la quindicina, scegliamo l’intervento più interessante.

Il tema attuale è " morte e nascita: nostalgia e speranza".

Ti scrivo in quanto ho trovato il tuo blog ed ho pensato di invitarti ad alimentare con essa la nostra discussione nella convinzione che, quello che per te sarebbe un secondo di taglia ed incolla, per noi potrebbe essere la fonte di spunti interessanti e la possibilità di aggiungere nuove menti brillanti al nostro gruppo.
Tu potresti pubblicizzare il tuoi scritti e trovare persone interessanti con cui discutere.
Spero che considererai il mio messaggio come il complimento che esso è.

Una cosa importante: ognuno di noi ha i suoi siti, il suo blog, i suoi spazi e non li abbandona.
Il Progetto è un luogo dove discutere o presentare questi tuoi lavori (oppure semplicemente le tue idee) e non per fa alcuna concorrenza a blog siti e comunità che già li contengono.

Un saluto
Guido Mastrobuono
(Direttore del Progetto Cicero)

PS.

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