sabato 18 ottobre 2008

LE FRODI ALIMENTARI CRESCONO DI PARI PASSO ALL’AUMENTO DEI PREZZI Il Tempo del 18 ottobre

Non è solamente la Coldiretti a sottolineare come le frodi alimentari, oltre a comportare danni alla salute, incidano pesantemente sui portafogli delle famiglie. L’organizzazione dei coltivatori avverte che quanto più i prezzi aumentano tanto più cresce il rischio delle frodi alimentari. Nei primi otto mesi del 2008 è praticamente raddoppiato, rispetto allo stesso periodo del triennio precedente (+93%) il valore dei sequestri effettuati dai Carabinieri dei Nas di cibi e bevande sofisticate. Una conferma, secondo l'organizzazione, "dell'accresciuto interesse della criminalita' nel settore dell'alimentazione per effetto del forte aumento dei prezzi". L’analisi della Coldiretti sostiene che gli alimentari, costeranno nel 2008 alle famiglie italiane 8 miliardi di euro in piu' rispetto agli importi spesi lo scorso anno: "Si tratta - spiega l'organizzazione - di un volume di affari appetibile per la malavita, che trova nella contraffazione degli alimenti, anche attraverso la sostituzione degli ingredienti tradizionali con prodotti di bassa qualità, una nuova e interessante opportunità, con rischi per le imprese e i consumatori". Un crimine che si fonderebbe soprattutto sull'inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a rivolgersi all'acquisto di alimenti a basso costo, in particolare famiglie numerose e pensionati. "L'aumento dei prezzi incide particolarmente sugli anziani e sulle coppie con tre o più figli, che destinano ben il 21,9 % della spesa complessiva agli alimentari. Un dato nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 18%". Tra i prodotti maggiormente presi di mira per le frodi, molti tra quelli che abitualmente 'popolano' la tavola degli italiani: carne, latte, uova, formaggi e bevande. Per le famiglie a reddito più elevato è invece in corso una “flight to quality” (non differente da quella che avviene sui mercati finanziari): si spende di più per essere certi della qualità.
A conclusioni in parte analoghe era arrivata alcuni mesi fa un’economista italiana, che lavora negli Stati Uniti, Monica Giulietti, dove fa parte del gruppo di strategia economica della Aston University . Nel suo saggio “Buyer and Seller Power in Grocery Retailing . Evidence from Italy” (“Il potere di chi acquista e di chi vende nel mercato alimentare: il caso Italia”, pubblicato, in traduzione spagnola, nella Revista de Economía del Rosario, Vol. 10, No. 2, Dicembre 2007) , Monica Giulietti utilizza dati dal 1989 alla metà degli anni Novanta disaggregandoli per categoria di venditore al dettaglio, di prodotto, di concentrazione orizzontale delle aziende, di elementi di costo e di utile di impresa. L’analisi – si potrà dire- riguarda il passato ed non attiene direttamente alle frodi. La strumentazione econometrica utilizzata mostra come, già allora (tra 20 e dieci anni fa) c’era una forte interdipendenza nella determinazione dei prezzi (al dettaglio) e molti lati oscuri in cui meglio di potevano annidare le frodi. Il quadro è stato complicato dal federalismo “pasticcione” con cui è state fatta la riforma del titolo V della Costituzione dal Governo di sinistra nel 2001 pensando di poterne avere vantaggi elettorali. Raddrizzare il disordine del federalismo pasticcione è passo essenziale per fare sì che in questo campo tutte le istituzioni funzionino.

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