venerdì 12 settembre 2008

QUELL’ULTIMA MEDIAZIONE CHE METTE ALL’ANGOLO I SINDACATI, L'Occidentale 12 settembre

La giornata di ieri 11 settembre segna, sotto molti aspetti, una sconfitta degli “irriducibili” di quella parte del sindacato che per lustri ha considerato l’Alitalia come un ammortizzatore sociale per i propri dipendenti ed una mucca da mungere a spese dei contribuenti. L’azione messa in atto a Fiumicino – uno sciopero sotto le guisa di un’assemblea – non è stata solamente condannata da tutte le parti politiche – e si spera in un intervento della magistratura e della Commissione di Garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali nei confronti dei responsabili – ma soprattutto è stata una mossa falsa: ha mostrato che le pistole degli irriducibili sono ormai scariche.
Torniamo all’analisi della vicenda utilizzando la teoria dei giochi quale delineata su “L’Occidentale” in questi ultimi mesi. Su tavolo in cui il Governo (e la Cai) giocano a poker con l’Unione Europea (Ue), la tattica del “minimax” (minimizzare il danno più alto che si potrebbe avere in termini di reputazione) sta dando i propri frutti. Anche se nessuno o quasi nessuno se ne accorge. Grazie pure alla perizia del Commissario ai Trasporti Antonio Tajani sta iniziando l’inchiesta per appurare se la soluzione definita (sempre che gli irriducibili del sindacato non facciano saltare tutto) contiene elementi d’aiuti di stato. E’ un’indagine che durerà mesi e nel corso della quale l’Italia dovrà rispondere a decine di domande da parte dei tecnici Ue. A Bruxelles, però, si respira un’aria favorevole. Pure perché ove si giungesse alla minaccia di sanzioni nei confronti dell’Italia si aprirebbero troppi altarini che coinvolgono Francia e Germania e che una Commissione, intrinsecamente debole, non desidera ricordare.
Sul tavolo con il sindacato, la tattica del “maximin” (minimizzare gli svantaggi dei più deboli) sembrava potere avere esiti positivi. Ma coloro che si ritengono i più forti (a ragione delle spinte corporative a cui sono usi da decenni), gli irriducibili, hanno tentato di ritorcerla a loro esclusivo tornaconto. Hanno quindi lanciato un “gioco ad ultimatum”. Spieghiamo di cosa si tratta con un’analogia senza ricorrere a complessi algoritmi. Il “gioco ad ultimatum” è quello nelle ultime scene del “Don Giovanni” di Da Ponte-Mozart; il “Don” sfida la statua del commendatore nella convinzione che la statua di un morto non può accettare un invito a cena (e nella certezza, dunque, di infliggere un’ultima umiliazione tanto alla sua vittima quanto a Donna Anna, Donna Elvira e Don Ottavio). La statua, però, si muove e trascina il “Don” all’inferno. L’ultimatum si rivolge contro chi lo ha lanciato.
Analogamente, gli irriducibili hanno lanciato una sfida non al Governo ed alla Cai ma a tutti i lavoratori e consumatori italiani, senza rendersi conto che il quadro è cambiato, come indicato tra l’altro dalle più recenti analisi del servizio studi della Banca centrale europea (Bce) sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva in Italia. La campana sta scoccando per loro: possono essere sconfessati dal resto del sindacato nell’ipotesi minima o, nella massima, portare al fallimento l’Alitalia. In tral caso ricadrebbe su di loro non solo il danno occupazionale ed industriale ma anche l’impossibilità di utilizzare (in mancanza di ristrutturazione) la cassa integrazione straordinaria.

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