sabato 2 agosto 2008

PER ACCELERARE SULL RIFORME, COPIAMO IL METODO BRUNI-SARKO’, Libero 2 agosto

Tutti, dal Capo dello Stato ai leader dei partiti, insistono sull’urgenza delle riforme e indicano che disegni di legge puntuali saranno presentati in settembre alle due Camere in modo da essere esaminati e discussi in parallelo. Quanto tempo ci vorrà per renderle concrete?
Ci vollero circa 12 anni (dal 1534 al 1545) per preparare il Concilio di Trento . E altri 18 (in tre fasi) per portarlo in porto. Quando, nel 1563, i lavori del Concilio furono formalmente chiusi, furono necessari altri 30 anni per dare corpo a quelli che hanno, in linguaggio moderno, il nome di decreti attuativi. Non fa alcun cenno al Concilio di Trento, il socio-economista Albert Hirschman (da sempre considerato dalla sinistra riformista italiana tra i propri padri intellettuali – tra l’altro ha studiato a Trieste ed è stato cognato di Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni) nel suo “Come far passare le riforme”. Tuttavia, dedica un lungo capitolo alla difficoltà di realizzare riforme ed ai tempi lunghi necessari per formare una coalizione di volenterosi su un progetto condiviso. A conclusioni analoghe giungono Alberto Alesina, Silvia Ardagna e Francesco Trebbi in un saggio pubblicato alcuni anni fa (il Nber working paper No. 12049) ma probabilmente letto unicamente nel mondo accademico. Ha avuto invece una notevole eco un libro di Paul Pierson (Dismantling the Welfare State? Reagan, Thatcher and the Years of Retrenchment”, Cambridge University Press); anche se pubblicato nel 1994, ha avuto un paio di ristampe (ma non è mai stato tradotto in italiano). Esamina il gradualismo astuto con cui Ronal Reagan e Margaret Thatcher hanno riformato lo stato sociale; ad esempio, in Gran Bretagna sono state utilizzate 14 leggine (spesso tramite emendamenti oscuri preparati da legulei barracuda- esperti) per smantellare le rigidità, spesso senza che neanche i sindacati ed i media se ne accorgessero.
Dai 12 (+ 30) anni del Concilio di Trento, si è passati alla diecina degli “Years of Retrenchment” (gli anni della marcia indietro dello Stato interventista, almeno negli Usa e nel Regno Unito). Quanti ce ne vorranno per la tornata che ci si appresta a svolgere in Italia.
Se ci si muove bene, forse molto meno. Guardiano alla vicina Francia, In circa un anno, Nicolas Sarkozy ha riformato: la Costituzione (ormai siamo in Sesta Repubblica), la previdenza (aumentando di un anno l’età minima per fruire delle prestazioni), gli orari di lavoro (mettendo di fatto in soffitta “le 35 ore” a settimana propugnate dalla sinistra), gli ammortizzatori sociali (chi rifiuta due offerte di lavoro perde l’indennità di disoccupazione). Ha inoltre privatizzato le autorità portuali, varato regole per il mantenimento di servizi pubblici essenziali in caso di scioperi, riorganizzato i contributi all’industria cinematografica ed ai teatri. L’elenco è incompleto poiché si riferisce alla Francia osservata, da Roma, con il cannocchiale. Tra un paio di settimane, sarò in Borgogna e potrò fornire un’analisi più completa.
Come è riuscito a fare tanto in così poco tempo? Un elemento esterno è la rapidità con cui cambia il mondo nell’età della tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Un dato eloquente è fornito l’Ocse: meno del 10% dei francesi occupati sono iscritti a sindacati e la percentuale diminuisce da anno in anno. Sarkozy ha utilizzato Domique de Villepin per acquisire il consenso della leadership sindacale, spesso in cene discrete a “Le Dôme” e “La Pérouse” (due ristoranti eleganti della Rive Gauche” o al più casual “Café Procope”, molto legato al Risorgimento italiano (di cui pare che Mme La Président Carla Bruni Sarkozy sia un’appassionata).
A mio parere, però, un elemento importante è stato la strategia di distogliere l’attenzione – già seguita nel 2003 a proposito dei lunghi scioperi estivi degli intérmittants (i lavoratori dello spettacolo con contratti basati su scrittore)-. I media e l’opinione pubblica hanno diretto i loro sforzi alle vicende private del Presidente senza dare adeguato risalto a quanto avveniva sul piano delle riforme.
Che la lotta ai fannulloni & similia non possano svolgere una funzione analoga?

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