lunedì 4 agosto 2008

MODELLO ROMA: O NELLA HIT PARADE O ULTIMA IN CLASSIFICA, Il Tempo 4 agosto

Nel definire il “modello Roma”, si è di fronte ad una scelta: nel XXI secolo, una metropoli cresciuta in modo disorganico (e non governata particolarmente bene negli ultimi tre lustri) deve porsi l’obiettivo, per dirla all’inglese, di essere “on-the-top” (ossia in cima alle classifiche ed alla guida del resto del Paese) o “at-the-tap” (lumicino di coda alimentato da quanto prodotto nel resto del Paese). In parole povere, decidere, per il futuro, tra una Roma che traina ed una Roma che è, invece, trainata.
Il turismo, il commercio, l’editoria e l’industria cinematografica-televisiva avranno, per decenni, ruoli importanti nello sviluppo della città. Ma una Roma Disneyland culturale per pulman di turisti di massa, gran supermercato a prezzi d’occasione, fornitrice d’informazioni su carta e su video e produttrice di film è destinata, a mio avviso, al declino poiché si tratta di comparti tutta caratterizzata da perdita di competitività nel medio e lungo periodo perché meno di altri fruiscono dei progressi della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica (e dei loro effetti sull’abbattimento dei costi di produzione e distribuzione). Per questo in una serie d’articoli pubblicati su Il Tempo da metà giugno ho sostenuto l’esigenza che il “modello Roma” punti sulle sinergie del potenziale (in gran misura inespresso) di ricerca e tecnologia specialmente nel campo, ancora relativamente nuovo, dell’high tech dell’informazione e della comunicazione. Ciò è, in ogni caso, elemento unificante per fornire un tessuto connettivo che esalti complementarità e sinergie tra gli altri comparti (quali il turismo, il commercio, l’editoria, l’industria cinematografica-televisiva) sia, soprattutto, per fare diventare Roma il traino di gran parte dell’Italia centrale e meridionale.
Simulazioni econometriche puntuali richiederebbero l’aggiornamento della matrice di contabilità sociale Istat (una descrizione delle interconnessioni tra settori e istituzioni la cui elaborazione è stata fatta interrompere dal Governo Prodi nella metà degli anni 90). Durante la XIV legislatura, però, la Fondazione Ugo Bordoni (Fub) ha aggiornato al 2003 la matrice e la ha estesa da 95 a 115 settori proprio per meglio focalizzare gli effetti di trazione della filiera dell’ high tech, e specialmente di alta tecnologia “romana” come editoria,elettronica, industria cinematografica-televisiva. I risultati, pur se preliminari, indicano che tali effetti sono molto forti: 5,5 milioni di euro spesi in questi settori ne attivano circa 27 milioni di euro, “tirando” numerose aree del Centro e del Sud. E ponendo Roma “on the top” non “at-the-tap”. E un modello che può essere avviato mentre le forze politiche, finanziarie ed industriali della capitale ne realizzazione il risanamento dei conti , secondo uno schema analogo a quello della Mac di New York (delineato su IlTempo del 16 e del 23 giugno).

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