martedì 8 aprile 2008

REGOLE BANCARIE PIU’ SNELLE, UN CORO DI SI’, Libero 8 aprile

Lo scorso fine settimana, al consueto seminario Ambrosetti, il Presidente del Gruppo Bnp Paribas (che in Italia controlla la Bnl), Michel Pérebeau ha invocato l’esigenza di una vigilanza bancaria “europea”, un “regolatore comune” che, in effetti, sostituisca quelli nazionali. In parallelo, il settimanale “The Economist” in edicola dal 5 aprile ha dedicato il proprio editoriale (ed un’inchiesta) al tema, prendendo una posizione analoga a quella proposta su “Libero Mercato” del primo aprile. Ma in toni più acidi. Mentre “Libero Mercato” ha messo in guardia nei confronti dei costi e dell’azzardo morale che avrebbero potuto comportare gli schemi di riforme della regolazione in cantiere negli Usa ed in Europa, il nostro compassato “confrère” britannico sentenzia apoditticamente: “le crisi sono endemiche a qualsiasi sistema finanziario ed i sistemi di regolarle fanno più danni di quelli che limitato”. Un po’ come lo splendido ed indimenticabile inizio di “A Bend in the River”, il capolavoro di narrativa del Premio Nobel V.S. Naipul: “The world is what it is; men who are nothing, who allow themselves to become nothing, hava no place in it” (“Il mondo è quello che è: non c’è posto per coloro che sono nulli o che si permettono di diventare nulli”)
Il tema, quindi, è sul tappeto. Se ne parlerà anche nel corso della prossima riunione del Consiglio della Bce il 10 aprile e nei giorni immediatamente successivi alla consueta riunione primaverile degli organi di governo della Banca mondiale e del Fondo monetario. Sarà sul tavolo del prossimo Governo dell’Italia, quale che sia il vincitore.
Cerchiamo di chiarirci le idee. Un saggio di Randall Kroszner dell’Università di Chicago (ma ora in servizio presso il Comitato dei Consiglieri Economici della Casa Bianca) sottolinea come l’abrogazione dei vincoli alle fusioni e concentrazioni bancarie in Europa ha, in primo luogo, conseguenze positive come la fine delle restrizioni al funzionamento di banche commerciali interstatuali (intestate banking) ha avuto negli Usa : maggiore efficienza, opportunità di crescita delle attività e dell’occupazione e minore volatilità. A conclusioni analoghe, ma più specifiche, giunge un’analisi del servizio studi della Banca centrale finlandese basato su un campione relativamente ampio di fusioni e concentrazioni intra-europee, nell’area dell’euro, a partire dal 1999; l’analisi riguarda il “retail banking”, ossia il funzionamento dei servizi bancari “al dettaglio” e riscontra un marcato processo di convergenza specialmente d’indicatori come gli interessi per i prestiti alle famiglie. Uno dei più noti e più autorevoli specialisti americani d’economia internazionale, di recente trasferitosi all’Istituto d’Alti Studi Internazionali dell’Università di Ginevra, Richard Baldwin esamina “l’effetto domino”; nel settore bancario e finanziario europeo, una fusione ne porta ad altre, così come, sulla scacchiera del domino, lo spostamento di una pedina comporta quello di altre.
Un quadro complessivamente incoraggiante. C’è chi, come Christina Leijonfhufvud pone l’accento sui rischi di una maggiore volatilità, ma se si legge il lavoro con attenzione si vede che tali rischi non riguardano tanto il processo di consolidamento bancario nell’area dell’euro o nell’area “atlantica” quanto i flussi dai mercati emergenti. Un lavoro di Aroud Boot e Anjan Thakor – rispettivamente delle Università di Amsterdam e di St. Louis- in uscita sullo “Oxford Handbook of Finance” mette in guardia su un punto pertinente: l’integrazione tra banche tradizionali ed altri forme di gestione finanziaria pone il problema dell’aggiornamento della regolazione e della vigilanza (in termini non dissimili da quelli proposti più volte su Libero Mercato) al fine specialmente di tenere conto di nuove forme di “fragilità finanziaria”. Utili risposte operative vengono da Charles Goodhart anche grazie alla sua doppia esperienza (sia da accademico sia nel cuore, per anni, della Bank of England): di sette specifiche proposte una sola riguarda le fusioni e le concentrazioni cross-border , ossia transfrontaliere e si riferisce essenzialmente a tarare falle nella regolazione esistente. Infine, secondo una ricerca del servizio studi del Fondo Monetario – l’analisi di 38 banche internazionali e delle operazioni delle loro sussidiarie all’estero nel periodo 1995-2004 – nonostante i benefici della diversificazione, gli istituti guardano principalmente ai mercati nazionali (in gergo, home bias). La ricorca propone essenzialmente ritocchi a Basilea II.
Tanto rumor per nulla? Non proprio. Dalle analisi citate emerge un’esigenza di semplificazione della regolazione e della vigilanza per il buon funzionamento del sistema bancario e finanziario europeo. Vogliamo, in breve, evitare di trovarci come oggi gli Usa con 115 autorità di regolazione e di vigilanza (tra federali e statuali) , non sempre simmetriche e con frequenti accavallamenti di competenze tali da rendere tutto più opaca per tutti.
Il dibattito non è meramente internazionale. E’ ancor meno “accademico”: Il Governo che risulterà dalle ormai imminenti elezioni deve porre mano al riassetto delle Authority specialmente nel settore bancario e finanziario. Compito che non si riuscì a fare nel 2001-2006 poiché il tema fini preda di barracuda-esperti più interessati al formalismo giuridico che alla sostanza. Il disegno di legge predisposto dal Governo Prodi è stato insabbiato in Commissione dagli stessi partiti della maggioranza diventate preda di particolarismi corporativi. Le proposte a favore di una regolazione europea devono essere uno stimolo ad indurci a darci una mossa e portare ordine in casa nostra.

BOX
Per i lettori che desiderino approfondimenti, si indicano i riferimenti completi di alcuni lavori utilizzati e gli indirizzi di posta elettronica degli autori a cui chiederli su supporto magnetico.
Baldwin R. "Sequencing and Depth of Regional Economic Integration: Lessons for the Americas from Europe" World Economy, Vol. 31, Issue 1, pp. 5-30, January 2008
Email: baldwin1@hei.unige.ch

Boot A, Thakor A. "The Accelerating Integration of Banks and Markets and its Implications for Regulation" Oxford Handbook of Banking (in corso di stampa) Amsterdam Center for Law & Economics Working Paper No. 2008-02 (versione preliminare)
Email: a.w.a.boot@uva.nl ,Email: thakor@olin.wustl.edu
Garcìa-Herrero A., Vazquez F. "International Diversification Gains and Home Bias in Banking" IMF Working Paper No. WP/07/281
Email: Alicia.Garcia-Herrero@bis.org Email: fvazquez@imf.org

Goodhart Ch. "The Regulatory Response to the Financial Crisis" CESifo Working Paper Series No. 2257
Email: caegoodhart@aol.com
Kroszner R. "The Effect of Removing Geographic Restrictions on Banking in the United States: Lessons for Europe" Financial Markets, Institutions & Instruments, Vol. 17, Issue 1, pp. 5-18, February 2008
Email: Randall_S._Kroszner@cea.eop.gov

Leijonfhufvud Ch "Financial Globalisation and Emerging Markets Volatility" The World Economy, Vol. 30, No. 12, pp. 1817-1842, December 2007
Email: cleijonhufvud@gmail.com

Vajanne L. "Integration in Euro Area Retail Banking Markets - Convergence of Credit Interest Rates" Bank of Finland Research Discussion Paper No. 27/2007
Email: laura.vajanne@bof.fi

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