sabato 5 aprile 2008

LA MANCATA VENDITA E’ IL SIMBOLO DELL’ITALIA CHE NON CAMBIA, Il Tempo 5 aprile

Non è una fortuita coincidenza. Il giorno dopo la rottura della trattativa per la privatizzazione di Alitalia, il Fondo monetario internazionale (Fmi) annuncia che i suoi uffici studi hanno dimezzato le nostre stime di crescita per il 2008: allo 0,3% rispetto allo 0,6% computato all’inizio dell’anno ed all’1,5% ipotizzato quando è stata costruita la legge finanziaria. Gli strumenti Fmi (e degli maggiori istituti) non solo solamente una serie di equazioni e di algoritmi che quasi meccanicamente producono cifre. Incorporano dimensioni, per così dire, politiche a carattere qualitativo. I dirigenti del Fondo ripetono da mesi che l’attesa riduzione del deficit annuale dei conti pubblici è stata realizzata soltanto dal lato delle entrate (ossia torchiando i contribuenti) mentre da due anni non si fa nulla né per ridurre la spesa di parte corrente né per realizzare le riforme di cui l’Italia ha urgenza per mettersi al passo. Alcune – quella della previdenza – sono state in parte disfatte; se il Governo Prodi non fosse caduto si sarebbe messa a repentaglio anche quella del mercato del lavoro.
La sgangherata vicenda Alitalia è stata letta al Fondo come il segno eloquente di un’Italia (o di una parte d’Italia) che non vuole cambiare neanche di fronte al baratro. Impressioni analoghe avevano dato a Washington (sede del Fondo) gli esiti delle “lenzuolate” di Pierluigi Bersani e delle varie versioni del ddl Lanzilotta sui servizi pubblici locali. Sulle rive del Potomac (dove ho vissuto più di tre lustri) a chi ci guarda cadono le braccia. Resta la speranza di un forte virata di bordo.

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