sabato 23 febbraio 2008

VELOCITA’ TUTTA DA ASCOLTARE

Il Novecento è stato chiamato “il secolo breve” (a ragione dalle rapide trasformazioni sociali che si sono verificate) ed il “secolo crudele” (a ragione dell’uso della tecnologia per il terrore e gli stermini di massa). Adesso, una mostra, inaugurata il 19 febbraio a Roma nel Pala Expò completamente rimesso a nuovo, lo chiama “il secolo veloce”. Il mito della velocità viene raccontato tramite oltre 350 opere e testimonianze sul secolo appena trascorso: quadri, auto d’epoca, motociclette, abiti, filmati e persino un aereo- una carrellata sul Novecento attraverso il concetto di velocità inteso come mito soprattutto, ma non esclusivamente, nel nostro Paese. Nell’ambito della mostra (che andrà in altre città), in particolare nell’elegante auditorium del Pala Expò, l’Accademia Filarmonica Romana ha organizzato una serie di concerti di musica da camera (a prezzi ridottissimi ed affollati principalmente da giovani) per dare spazio agli aspetti musicali della velocità (nel “secolo veloce” e non solo).
Il primo, il giorno dell’inaugurazione della mostra, è stato affidato a Daniele Lombardi. Il programma è stato dedicato quasi interamente alla musica rapidissima del futurismo europeo (non solo italiano ma anche francese, americano e russo), completato da due novità contemporanee che rievocano lo stile dell’avanguardia 1915-25. Si è passati da una strepitosa composizione di Alberto Savinio da fare sanguinare le mani (come avvenne alla prima assoluta organizzata a Parigi da Apollinaire) all’atonalità di Arthur Vincent Lourié, alla dodecafonia di Silvio Mix, al caberet vienneseggiante di Franco Casavola, al jazz intellettuale e raffinato di Giacinto Scelsi, al collage di frammenti di Gerge Anthell per concludere con due pezzi nuovissimi rispettivamente di Sylvano Bussotti e di Daniele Lombardi in persona. Lombardi ha mostrato una tecnica mozzafiato coniugata con il controllo assoluto dello strumento. Dopo “The Bad Boys of the Piano” (“I ragazzacci del pianoforte”) – questo il titolo del concerto inaugurale - è in programma una serata (il 26 febbraio) in memoria di John Cage con Margaret Leng Tan al pianoforte. La pianista di Singapore, considerata tra le maggiori interpreti del “pianoforte eccentrico” del Novecento, suonerà musiche di Cage, utilizzando singole corde di pianoforte, nonché radio, fischietti, bacinelle d’acqua, mazzi di carte (tutti oggetti impiegati in “Water Music” del 1952) e tre diversi tipi di piano: il pianoforte ‘classico’, il pianoforte giocattolo (ossia il Toy Piano, cui Cage dedica una Suite nel 1948) e il pianoforte “preparato”; il tutto corredato da proiezioni video. In programma anche il 4’33’’ che prevede da parte dell’esecutore di rispettare il silenzio per il tempo indicato nel titolo del brano.
A questi appuntamenti imperniati sull’avanguardia del secolo scorso seguono una serie di concerti allestiti per indicare la continuità della velocità nella storia della musica. Sono affidati al Quartetto Bernini, con Roberto Posseda al pianoforte, che eseguirà l’integrale dei quartetti di Mozart. Come si inserirà il salisburghese nel futurismo e nello sperimentalismo del Novecento e nel contesto di una mostra in cui i motori affiancano i quadri, le sculture, la moda ed i film d’epoca? E’ una risposta che daranno principalmente i giovani , spesso giovanissimi, se continueranno ad affollare la serie dei concerti così come hanno riempito ogni ordine di posto la prima serata. Per i dettagli www.filarmonicaromana.org

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