mercoledì 13 febbraio 2008

IL SINDACO CHE VERRA' TENGA A MENTE I RIFIUTI

Le imminenti elezioni hanno conseguenze a catena: si voterà presto pure per il Comune e la Provincia di Roma (nonché per altre amministrazioni del Lazio). L’importanza del “voto locale” non deve essere oscurata da quella delle “politiche nazionali”. In linea con quanto sostenuto da Il Tempo, è essenziale che gli schieramenti si confrontino su temi concreti , vicini alla qualità della vita ed al progresso di individui, famiglie ed imprese. Per le elezioni al Comune ed alla Provincia uno dei nodi cruciali (e di cui poco si parla) è l’ambiente: il territorio si sta avviando, secondo il parere di esperti distinti e distanti dalle nostre beghe, ad una crisi analoga, per molti aspetti, a quella nel napoletano.
A Roma e provincia vengono prodotti circa 1.600.000 t/anno di rifiuti solidi urbani e 2.300.000 t/anno nell’intera regione. Mentre in Italia lo smaltimento in discarica è in media pari al 22% (del totale), nel Lazio è al 25,7 %, 5 e 3 punti percentuali tali da avvicinare il Lazio più al Sud che al Nord, dove oltre il 33% dei rifiuti vengono trattati in termovalorizzatori e gassificatori. Lo smaltimento in discarica inquina la falde e porta malattie. Per il nuovo impianto di gassificazione di Malagrotta, non è stato svolta nessuna Valutazione di impatto ambientale (Via) nonostante si tratti della discarica più grande d’Europa (240 ettari) ed ormai quasi satura. Dal 1999 il territorio di Roma e provincia è in stato di emergenza. La zona di Malagrotta, è fra le diciotto aree nazionali a rischio. Nonostante le conclusioni del rapporto congiunto dei Ministeri dell’Ambiente e dell’Innovazione presentato in pompa magna lo scorso 24 aprile dai due Ministri competenti, Comune e Provincia non hanno fatto nulla per promuovere nuove tecnologie (come la pirolisi) che consentono di utilizzare circa il 90% del volume dei rifiuti per la produzione di energia.
I termovalorizzatori , previsti dal cosiddetto “Decreto Ronchi” (dal nome del Ministro dell’Ambiente dell’epoca) e contro cui spesso si oppongono le comunità più vicine agli impianti, rappresentano una tecnologia ormai superata. Portare a pieno regime il ciclo dei rifiuti così come è previsto dal “Decreto Ronchi” rimanderebbe il problema solo di qualche anno. La pirolisi, invece, è una degradazione termica in assenza di ossigeno, che, sotto particolari condizioni di pressione e temperatura (circa 450-500° c di temperatura, pressione inferiore a quella atmosferica di circa 10 mm di mercurio) trasforma le sostanze organiche presenti nel rifiuto in prodotti solidi, liquidi e gassosi combustibili. Il gas viene recuperato in energia mediante schemi processuali a ciclo di vapore, mentre il carbone prodotto può essere utilizzato in cementifici, centrali a carbone o ulteriormente trattato in una apposita sezione dell’impianto per il suo recupero energetico.
“Hic Rhodus, hic salta”, diciamo ai canditati: sul tema cruciale di Roma e provincia, niente chiacchiere ma programmi operativi concreti che tengano conto delle esigenze dei cittadini e del progresso tecnologico.

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