venerdì 29 febbraio 2008

Cronaca surreale della confezione di un programma elettorale

E’ noto, anzi notorio, che Romano Prodi non ha mai amato WV (Walter Veltroni) & Co (i suoi associata). Li considera una ditta da non premiare in quanto alla origine delle sue sventure e del vero e proprio crollo del suo ormai ultimo (per sempre) Governo. Una ditta ingrata in quanto avrebbe volentieri ceduto loro con garbo Palazzo Chigi (ed annessi e connessi) nel 2011 quando lui avrebbe raggiunto l’età appropriata per fare il nonno politico-spirituale del neonato Partito Democratico (PD). Ora è stato nonnificato anzitempo ed anche costretto a fare buon viso a cattivo gioco ed a mostrare simpatia e supporto per la compagnia di giro (in autobus) WV & Co dei cui è Presidente onorario.
Come riuscire a rovinare la ditta, portandola (ove possibile) al fallimento, pur dando ad intendere di essere il principale leader spirituale e sostenitore? Interrogativo a cui è arduo dare una risposta. Seguendo lo shakespeariano Macbeth , si dovrebbe andare a chiedere consiglio (alle streghe) in una radura di un bosco scozzese. Ma, in Italia, le streghe sono rare. Ed i boschi scozzesi ancora di più.
I nostri informatori dalla profonda Emilia ci dicono che il consueto manipolo di Prodi si è dato convegno nella villa di famiglia, nel modenese, di un noto economista specializzato in fonti di energia; là ormai da decenni, con l’aiuto di una medium, si chiede consiglio all’aldilà. E’ stato invocato Don Sturzo, il quale , però, non si è fatto proprio vedere. Ormai il prete liberale ha molto poca considerazione per questo rampollo superirizzato e più statalista di quel La Pira con cui in vita ebbe un aspro carteggio.
Si presentò, invece, Mefistofele in persona, fresco fresco dal Teatro Massimo di Palermo dove era in scena quel 24 gennaio in cui (a ragione dei complotti di WV & Co) si è arrivati alla sfiducia, con sfratto, nei confronti dei nostri eroi. Mefistofele, esperto distruttore pure di chi ha le migliori intenzioni, venne abbracciato con affetto dai nostri prodi nella pianura modenese.
E si prodigò in consigli. Primo, si collegassero a Internet facendo (con Google o Dogpile) una ricerca cliccando le parole “Casa della Libertà-CdL” e “Programma elettorale 2006”. Scaricati i dieci punti del 2006 li portassero a WV & Co come base per ispirare la piattaforma elettorale del PD (da rimaneggiare qua e là per farla sembrare nuova). Tanto presi a negoziare accordi e candidatura con questo e quello, e così poco usi alla lettura (WV dai tempi – dicono le pagelle- del Liceo Tasso), i compilatori di programmi sarebbero stati ben lieti di avere un prête-à-porter pronto all’uso e lo avrebbero in buona parte scopiazzato. Ciò vuol dire che il programma CdL del 2006 era sbagliato? Niente affatto, precisò Mefistofele con tono luciferino. E’, però, sufficientemente spostato al centro, anzi al centrodestra, da mettere in fuga una fascia importante del bacino elettorale potenziale di WV & Co. E farla correre verso l’Arcobaleno.
In secondo luogo, i prodiani inducessero WV & Co a fare accordi elettorali (in barba alla proclamata “solitudine del maratoneta”, roba da topi di cineteca in quanto è proprio al Labirinto Cine Club a Via Pompeo Magno che WV ne ha tratto l’ispirazione vedendo un film britannico, così intitolato, degli Anni 60). “La vendetta – ha aggiunto Mefistofele sussurrando un verso di Lorenzo Da Ponte – è un piacere serbato ai saggi”. Che i prodiani se lo godessero tutto: intese di vario tipo con i dipietristi ed i pannellani porterebbero allo scontro le varie “anime”, per così dire, del PD: garantisti contro giustizialisti, laicisti contro cattolici. La maniera peggiore per fare la campagna elettorale. E se queste strategie non bastassero? Chiesero nella notte emiliana i prodiani mentre i bicchieri suonavano e da sotto il tavolo si sentiva più di un colpo. “Il buco”, affermò perentoriamente Mefistofele. Termine, al tempo stesso, eloquente e misterioso. Ove, nonostante tutto, per disgrazia di Dio ed in barba alla volontà della Nazione, si arrivasse ad un pareggio, o qualcosa di analogo, non resta che l’arma del “buco, la falla di bilancio lascia in eredità dalla triade Prodi-TPS-Visco (senza che WV & Co se ne accorgessero) al nuovo Governo, il quale dovrà, comunque, o arrabbattarsi con qualche miscela di ritocchi alle spese ed alle entrate oppure rinegoziare gli accordi con l'Eurogruppo. Nell'immediato chiunque sarà a Palazzo Chigi e a via Venti Settembre dovrà colmare una falla di 8-10 miliardi di euro per raggiungere, a fine anno, gli impegni sottoscritti con gli altri Stati dell'area dell'euro. In caso di pareggio e di tentativo di “larghe intese”, nel “buco” sprofonderà WV. Così come sprofondò Occhetto, sussurrò Mefistofele . Allontanandosi nella nebbia emiliana.

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