sabato 26 gennaio 2008

PER IL 70% DEGLI ECONOMISTI SAREBBE ’ UN BENE SE PRODI ANDASSE A CASA

Da due settimane, un sondaggio del Club dell’Economia indica che il 70% di coloro che si interessano alla “triste scienza” e seguono regolarmente il sito del sodalizio considerano un bene per l’economia del Paese una crisi di Governo “un bene perché ridurrebbe il peso del deficit e del debito; il 28% “un male perché si perderebbe l’occasione di spendere di più per le pensioni e per le fasce disagiate; appena il 2% è indeciso. Basta andare sul sito www.clubeconomia.it . Il sondaggio non ha la pretesa di essere statisticamente significativo di tutti coloro che in Italia si interessano di economia e di politica economica. Tuttavia, è indicativo di cosa pensano non tanto i soci del club ma tutti coloro (molti gli studenti) che seguono regolarmente il sito per avere accesso ad articoli ed a saggi dei soci, nonché ai loro blog.
Il Club è nato nel maggio 1984 per iniziativa di quattro professori di economia e due commentatori economici. E’ un’associazione assolutamente apolitica ed, a maggior ragione, apartitica. Oggi ha poco più di una cinquantina di soci (sempre o docenti di economia o editorialisti economici); si è ammessi soltanto se,a scrutinio segreto, il 75% dei soci iscritti si esprime a favore del candidato; ha come attività istituzionale principale annuale il conferimento del “Premio Tarantelli” a chi ha formulato, nei 12 mesi precedenti, la migliore idea in campo economico; in una serie di colazioni rigorosamente “off record” con personalità del mondo dell’economia (a cadenza più o meno quindicinale), i soci hanno l’occasione di prendere il polso di dove vanno l’economia e la politica economica.
I risultati del sondaggio sono, peraltro, in linea con quanto Il Tempo sostiene da tempo sulla base di analisi quantitative sia italiane sia straniere. La sera del 21 gennaio, ad esempio, il Zentum Fuer Europaeische Wirtschaftsforschung (ZEW) ha pubblicato on line un Discussion Paper perfettamente in linea con queste analisi: Prodi, TPS e soci dovrebbero trovare particolarmente inquietante che uno degli autori del lavoro è l’economista Tobias Linzert, attualmente al servizio studi della Bce. Ciò indica che anche per le istituzioni europee è bene che ci sia un chiarimento definitivo sulla situazione politica italiana. Atteggiamento analogo si percepisce nella peraltro abbottonatissima delegazione del Fondo monetario in arrivo a Roma per iniziare il 24 gennaio le discussioni scambi di analisi e di idee con esponenti di un Governo probabilmente occupato a fare le valigie ed a prepararsi alle elezioni.
Oltre al chiarimento del quadro politico (essenziale per rimettersi in marcia), la caduta del Governo e nuove elezioni eviterebbero alcuni guai specifici immediati, specialmente per i giovani: il completamento di quella contro-riforma della previdenza per l’entrata in vigore della quale si devono ancora mettere a punto numerosi decreti delegati. Si impedirebbe, poi, la lottizzazione sfrenata di capogruppo come l’Eni e l’Enel (nonché delle società che da esse dipendono) e degli enti previdenziali.

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