martedì 18 dicembre 2007

MR.PREZZI PUO' RECARE PIU' DANNI CHE VANTAGGI

La legge finanziaria ci regala un Mr. Prezzi , come in gergo viene chiamato il "garante per la sorveglianza dei prezzi", un alto funzionario del Ministero dello Sviluppo Economico. Tutti sembrano contenti dell’idea: dalle associazioni dei consumatori a forze politiche sia della maggioranza sia dell’opposizione.
Il problema degli aumenti dei prezzi a tassi superiori a quelli attesi c’è: nell’area dell’euro l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (che secondo numerosi statistici sottostima il fenomeno) è cresciuto in novembre al 3,1% l’anno (il saggio più alto registrato dal 2001); negli Usa i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,8% - un tasso annuo a due cifre, il più sostenuto dai tempi dell’uragano Katrina – nelle sole quattro settimane di novembre. I mercati obbligazionari ed altri indicatori sembrano dire che si sta tornando ad una situazione analoga a quella degli Anni 70: inflazione elevata e bassa crescita dell’economia reale.
Le determinanti sono, però, profondamente differenti da quelle di allora: non siamo alle prese con brusche variazioni delle ragioni di scambio e con il riassetto interno delle remunerazioni del lavoro e del capitale (come negli Anni 70) ma con un mutamento strutturale dell’economia mondiale. Ciò comporta – lo dice a tutto tondo l’ultimo rapporto Fao – la fine dei bassi costi delle derrate alimentari (dal 1850 al 1970 l’indice delle loro quotazione è aumentato appena del 50% per poi prendere un impennata che lo ha portato nel 2005 a superare di dieci volte il livello del 1850 ed all’ultima rilevazione di ben quindici volte). Questa determinante è più importante degli aumenti dei corsi del petrolio (cresciuti del 50% nel solo 2007). In tema di energia, c’è una gamma di alternative tecnologiche molto più ampia di quella in tema di produzione di cibo, la cui domanda è in rapida crescita poiché centinaia di milioni di persone stanno uscendo dalla miseria: mediamente un cinese mangiava 20 chili di carne l’anno nel 1985, oggi ne mangia 44 (e ci vogliono 8 chili di grano per produrne uno di carne).
Non sono certo le politiche di bilancio e della moneta dei singoli Paesi Ocse (anche ove concertate) a potere incidere su questo fenomeno. Ancor meno possono fare eventuali politiche dei redditi nazionali o conati di quelle “europee”; lasciamo la politica dei redditi “mondiale” (di cui alcuni concionano) ad Alice nel Paese delle Meraviglie. “Mr. Prezzi” è una politica dei redditi in surroga. Chi ne vestirà i panni sarà un malcapitato che avrà le funzioni di essere quello con cui prendersela. Se tenterà di introdurre controlli, potrà aggravare la situazione (con distorsioni dell’allocazione delle risorse), come provano tutte le esperienze del passato (soprattutto quella degli Usa nel 1971-73).
C’è una strategia alternativa: liberalizzare mercati (specialmente nei servizi) e ridurre regole (a quando i risultati dei tanti annunciati studi sull’impatto della regolazione?). Ma pare ostica a questo Governo e Parlamento.

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