giovedì 8 novembre 2007

INDEBITATEVI, PANTALONE VI SALVERA’ CON L’AZZARDO MORALE

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa-Schioppa (TPS), è un uomo colto ed un cultore della arti sceniche e della musica alta. Tuttavia, prima ancora che nelle vesti di titolare del dicastero di Via Venti Settembre, in quelle di economista e di padre di tre figli, dovrebbe sapere cosa è ciò che in gergo accademico viene chiamato “azzardo morale”- mettendo in atto meccanismi che incoraggiano ad andare sulla cattiva strada, prima o poi è su quella strada che si finisce.

La finanziaria di mille buchi e delle coperture strette, in discussione al Senato, porta in vicoli sbagliati (che finiscono per essere cechi) nel campo del cinema e del teatro in musica – due comparti di cui sino ad ora quasi nessuno si è occupato (dato che l’attenzione degli addetti ai lavori è stata pilotata verso la Festa veltroniana della moviola al Parco della Musica di Roma). Non innervosisce l’aumento del Fondo unico per lo spettacolo (Fus) da 444,301 milioni di euro nel 2007 al 536,814 milioni di euro nel 2008 in quanto complessivamente restiamo molto al di sotto dell’apporto fornito da altri Paesi europei – in Austria ad esempio soltanto i quattro teatri d’opera di Vienna ed il Festival di Salisburgo ricevono un contributo “federale” pari a tre volte il contributo del Fus alle 14 fondazioni lirico sinfoniche italiane.

Dovrebbero, invece, preoccupare TPS alcune modalità che incentivano comportamenti per nulla virtuosi. Ad esempio, un emendamento della maggioranza (pensato probabilmente in funzione della situazione catastrofica del San Carlo di Napoli) prevede l’estensione del commissariamento da sei a 12 mesi e uno sportello speciale per la riduzione del debito. Le due misure, sotto un manto tecnico, danno respiro all’istituzione commissariata (che in base alla normativa in vigore dovrebbe essere posta in liquidazione, se non risanata, entro sei mesi dalla nomina del commissario) perché possa abbeverarsi al nuovo sportello. Come dire: quanto più ti indebiti tanto più paga Pantalone.

Lo si consiglia anche a quel cinema che se arriva nelle sale ci resta uno o due giorni. Non in un emendamento ma nel testo governativo approvato da TPS. Lo rivela uno studio dell’Istituto Bruno Leoni on line dal 6 novembre. (http://brunoleoni.servingfreedom.net/Focus_IBL-Focus_77_Cavazzoni.pdf) Un’attività considerata commerciale in tutto il mondo come l’industria cinematografica riceve non solo il 18% del Fus ma anche una vera e propria congerie di nuovi incentivi tributari (probabilmente sfuggiti a VVV- Viceministro Vincenzo Visco) quali crediti di imposta per gli investimenti, unitamente ad obblighi di reinvestimento e di programmazione (di film che il pubblico evita). Un breviario per razzolare male. Mentre con tono flemmatico ed accento britannico, proprio da Via Venti Settembre si danno dichiarazioni sulla necessità di “austerity” per gli italiani.

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