lunedì 15 ottobre 2007

PADOA SCHIOPPA SULLA BRACE DEL NUOVO INCARICO

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Tommaso Padoa-Schioppa ha assunto un nuovo importante incarico: la Presidenza dell’organo di governo del Fondo monetario internazionale (Fmi). Nei prossimi 12 mesi, avrà le mani occupatissime da due impegni seri e difficili: a) pilotare la riforma dello Fmi e b) facilitare quello che viene chiamato “il ritorno a mercati normali”. Sono interconnessi in quanto il riassetto delle “quote” e, quindi, dei diritti di voto al Fmi può essere fatto più agevolmente in tempi di piazze internazionali tranquille. Gli indici delle Borse e le decisioni della Bce e della Old Lady (la Banca centrale britannica) in materia di tassi d’interesse paiono indicare che il sereno è tornato, ma vecchie volpi di Wall Street, come Gretchen Morgestern, sostengono che la strada è ancora lunga poiché “le cattive notizie usano arrivare in ritardo”.
TPS ha sulla sua scrivania un lavoro condotto della Banca d’Italia in collaborazione con la Banca per i Regolamenti Internazionali e la Banca centrale svizzera The Recent Behaviour of Financial Market Volatility . Lo studio sottolinea che la forte volatilità dei mercati negli ultimi tre-quattro mesi è avvenuta dopo una fase di grande tranquillità. La bassa volatilità degli anni scorsi sarebbe l’esito dell’innovazione finanziaria e dei titoli strutturati che hanno scatenato le tensioni iniziate in estate. Una nuova fase di alta volatilità sarebbe in arrivo a ragione di un nodo di fondo : gli Usa devono attirare 800 miliardi di dollari l’anno per finanziare le partite correnti della propria bilancia dei pagamenti. A tal fine è sorto un complicato mercato di derivati di cui i subprime (e i Cdo che hanno inondato le piazze mondiali) sono soltanto un piccolo elemento. Le operazione spericolate non sono frutto dei comportamenti delle famiglie americane - un’analisi recente della Banca d’Italia a dirci che le famiglie Usa tendono ad investire in attività prive di rischio, anche se ciò comporta una rinuncia di rendimenti pari allo 0,7-3,3 della spesa complessiva delle famiglie in beni e servizi non durevoli – ma dell’esigenza di colmare il buco dei conti Usa con l’estero. Tanti auguri a TPS sbrogliare questa matassa!
Come possiamo aiutare noi TPS che ci aiuta tanto da volerci fare ammirare la bellezza di tasse ed imposte? Ho una proposta: regaliamogli tutti un disco di “Pensa alla Patria!”, la grande aria di Isabella nella rossiniana “Italiana in Algeri”. Ciascuno scelga l’edizione che preferisce (gli farò recapitare quella cantata da Lucia Valentina Terrani) e la invii al suo indirizzo al Ministero. C’è il pericolo, infatti, che preso dal tentativo di regolare l’irregolabile (i mercati mondiale) si faccia sfilare il seggio permanente dell’Italia al Fmi. Così come Prodi e D’Alema si sono fatti portare via alcune poltrone dal Parlamento Europeo.

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