domenica 2 settembre 2007

AL FESTIVAL DI SALISBURGO SONO DI SCENA POLITICA E AFFARI

Bruno Visentini, a lungo alla guida di dicasteri finanziari, e Calogero Mannino, anche lui spesso Ministro (in quella che viene chiamata la Prima Repubblica) erano frequentatori assidui del Festival di Salisburgo. Non sappiamo se i melofili più noti della Seconda Repubblica (Domenico Fisichella, e Pierferdinando Casini) si possano annoverare tra i frequentatori del Festival. Non si sa se lo sia Sergio Cofferati , noto (anzi notorio) melofilo pure lui. Ove lo fosse, lo sarebbe stato su invito dei sindacati austriaci o tedeschi in quanto i prezzi dei biglietti sono sempre stati proibitivi specialmente per l’opera.
Questa estate (il Festival estivo chiude i battenti il 31 agosto, ma ci sono anche i Festival di Pasqua, di Pentecoste e di Mozart) i primi posti per la lirca costano 468 euro (a cui aggiungere il 10% di diritti di prenotazione) ed il loggione 28,60 euro a persona. Comunque, per le cinque settimane del festival d’estate 2007 già in maggio erano stati venduti tutti i 243.000 biglietti disponibili. La biglietteria ha incassato 24,2 milioni di euro soltanto per le cinque settimane di Festival estivo. Inoltre, è in atto un ingegnoso sistema di “call options” per acquisire facoltà di scelta almeno quinquennali; ciò vuol dire che si ha il diritto di acquistare il biglietto sempre della stessa poltrona (su cui viene iscritta una targa con il proprio nome) - ad esempio, Placido Domingo ha diritto a vita alla poltrona n.21 della fila del 12 del teatro “Haus für Mozart” e su molte altre poltrone spiccano i nomi di amministratori delegati e di banche tedesche). Chi ha l’”opzione” deve acquistare il biglietto (a prezzi di botteghino) entro una certa data; altrimenti, viene venduto ad altri. Aix-en-Provence sta adesso imitando questo sistema.
Gli spettatori provengono da 65 Stati, tra cui 33 Stati non europei. Spendono mediamente 300 euro al giorno (oltre al prezzo del biglietto) per albergo, ristorante, visite a musei e castelli, brevi crociere sul fiume ed acquisti vari . Secondo stime della Camera di Commercio i ricavi diretti del Festival, sempre nelle cinque settimane estive, a Salisburgo ed al suo circondario si possono calcolare in 112 milioni di euro a cui aggiungere 113 milione di euro , per un totale di 225 milioni di euro . Sarebbe auspicabile avere stime analoghi di impatti e di effetti per i maggiori festival italiani.
Ma come si intrecciano politica e finanza con la musica (è la parte preponderante del festival estivo che, tuttavia, presenta anche prosa e la sacra rappresentazione “Ognuno” di Hugo von Hofmannsthal)? La politica è – come sempre – in primo luogo. Quando nel 1917 Max Reinhard, regista ma soprattutto grande uomo di teatro, fondò l’Associazione per il Festival di Salisburgo (avendo tra i suoi sodali anche Richard Strauss e Franz Schalk, oltre che Hofmannsthal), pensava a riprendere le celebrazioni mozartiane che, a ritmo irregolare, si seguivano dal 1842 nella città natale del compositore in cui peraltro esisteva già un buon teatro ed un’ottima sala di concerto. Pensava anche però di giustapporre qualcosa di importante alla sagra wagneriana annuale di Bayreuth. Negli Anni 30 ad una Bayreuth sempre più colma di svastiche si contrapponeva una Salisburgo dove l’aristocrazia del mondo germanico (e non solo) metteva in mostra i propri gioielli , e la propria eleganza. Gli esiti furono tali da indurre – come documenta in dettaglio Stefano Biguzzi in L’orchestra del Duce (Utet)- il Cav. Benito Mussolini (Capo del Governo in Italia) a creare, su spunto di compositori di avanguardia (come Malipiero, Casella e Dallapiccola) il Festival di Musica Contemporanea di Venezia – origine, tra l’altro, della lunga ed intesa amicizia tra il violinista dilettante di Predappio (peraltro molto mediocre) ed Igor Stravinskij.
La finanza si intreccia sempre con la politica. Il sacrario di Bayreuth non ne aveva bisogno poiché Berlino pagava pronta cassa. Venezia aveva nel Conte Volpi (non solo nelle stracciate finanze pubbliche romane) il proprio alimento. Salisburgo ha sempre avuto sponsor di rango, non gestiti con la massima trasparenza quando il “patron” era Herbert von Karajan (come documentato nel saggio di Bruno S. Frey e Werner W. Pommerhene Muse e mercati prefatto in Italia da Domenico Siniscalco). I successori di von Karajan hanno messo ben ordine in queste faccende.
Il Festival estivo 2007 ha cinque sponsor principali (Nestlé, Audi, Siemens, Uniqua, Crédit Suisse). Oltre ai soliti privilegi che i teatri conferiscono agli sponsor, quelli di Salisburgo dispongono di apposite salette (nel foyer) per ricevimenti e conversazioni riservate. Una delle quattro serate che ero ad ascoltare opera al Festival, in una saletta, il Presidente ed Amministratore Delegato della Nestlé, Peter- Brabeck-Lethmathe, gustava champagne, e tartine al salmone od al caviale, con il Ministro francese per l’Economia, le Finanze e l’Impiego Christiane Lagarde , l’ex Presidente messicano Vince Fox ed il leader e scrittore ceco Václav Klaus. Soltanto musica, od anche politica ed affari?

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