giovedì 14 giugno 2007

UN’APOCALISSE DIGITALE

E’ iniziata l’estate dell’apocalisse. E’ il tema della biennale di Venizia e del Ravenna Festival; anche il Ravello Festival, intitolato a “La Passione”, ha un programma con echi apocalittici. L’Apocalisse di Giovanni, intercalata con poesie di Paul Celan e di di Jacques Maritain, è l’argomento dell’”opera video” di Adriano Guarnirei che dopo la prima mondiale a Roma, si potrà vedere ed ascoltare al Ravenna Festival (sino al 22 giugno) e probabilmente l’autunno prossimo in circuiti italiani e stranieri. Guarnieri afferma che il lavoro dovrebbe attirare i giovani per il ruolo che in esso ha il visivo ad alta tecnologia. In effetti, è un oratorio profano di un’ora e mezzo in cui grande organico orchestrale, musica dal vivo, solisti in buca, 14 voci, live electronics, danze e mimi ripropongono un tema eterno: la lotta tra la Babilonia terrestre (del potere e della lussuria) e la Gerusalemme celeste (risplendente di “pietra di diaspro”, bianca e lucente, come nell’Apocalisse di Giovanni.
La parte visiva è importante quanto quella musicale. Cristina Mazzavillani Muti è una specialista di scenografie virtuali digitali. Assistita da Ezio Antonelli (immagini virtuali), Alessandro Lai (costumi) e Patrizio Maggi (luci), e svincolata dal dovere seguire un intreccio, crea (con un gioco di immagini virtuali, proiezioni e specchi) un susseguirsi di effetti speciali strettamente legati alla musica per dare corpo agli stati d’animo. I cantanti restano ai lati dell’orchestra ed i cori nel fondo scena, ma con un numero limitato di mimi e ballerini – la coreografia è di Silvia Curti – Cristina Mazzavillani Muti rappresenta efficacemente sul palcoscenico il dramma spiritual espresso dalla scrittura orchestrale e vocale e dal live electronics. Accurata la fantasia di colori che accompagnano le singole sequenze musicali sino a esplodere del luminosissimo bianco del finale.
Piero Borgonovo dirige con perizia l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma alle prese con una scrittura impervia (specialmente nella prima parte). Spiccano le parti solistiche all’arpa, al violoncello ed al flauto iperbasso. Tra i 14 solisti vocali, di rilievo due dei soprani (Antonella Ruggiero e Alda Caiello) e i due controtenori (Marco Lazzara e Gianluca Blefiori Doro).
Pietra di Diaspro porterà i giovani nei teatri lirici? Forse in Paesi (Germania, Francia, Usa, Gran Bretagna) dove il pubblico giovane è maggiormente assuefatto che da noi alla musica contemporanea. In Italia, Pietra è uno spettacolo d’élite per un pubblico d’élite.

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