giovedì 14 giugno 2007

LE RIDUZIONI TRIBUTARIE DI TPS- NECESSARIE E REMOTE

Alla vigilia (quasi) della discussione dei lineamenti del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (DPEF), il Ministro del Tesoro e delle Finanze Tomaso Padoa-Schioppa (TPS) si è ricordato di quanto ItaliaOggi ripete da un anno: l’Italia ha il primato del più alto carico tributario e contributivo al mondo. Non bisogna vergognarsene ma non bisogna neanche esserne orgogliosi - come diceva Tevye, il povero contadino ebreo nella Russia zarista immortalato dai racconti di Sholom Aleichem, nonché da una fortunata commedia musicale e da fortunatissimo film.
Sotto il profilo economico non è questione di onta o di orgoglio – ma come lo stesso TPS scrisse anni fa- di sopravvivenza nel contesto internazionale: con un carico fiscale che sfiora il 43% del pil (a ragione in gran misura degli aumenti nel 1993-2000 e di quelli attuati con l’ultima finanziaria) è difficile competere con aree (come il Nord America) dove la pressione è circa un terzo del pil ed ancora di più con quelle (l’Asia emergente) dove non arriva ad un quinto del reddito nazionale. Negli stessi Usa (nonostante i disavanzi dei conti pubblici e dei conti con l’estero) si sta viaggiando ad un sistema a tre sole aliquote (15%, 25% e 35%), ma depurato da detrazioni e deduzioni (una vera e propria giungla – da loro come da noi).
TPS, tuttavia, non ha adesso la veste del ricercatore. Ma è Ministro della Repubblica – quello in particolare di indicare la rotta in materia di tasse ed imposta (nonostante debba avere ogni tanto a che fare con un Vice recalcitrante). Quindi, non può limitarsi a dire che le tasse sono troppe e troppo alte. Ha il compito di indicare la rotta.
Alcuni suggerimenti vengono immediatamente in mente. In primo luogo, pensare alla famiglia, in Italia triturata come in nessun altro Paese dal fisco e dai suoi oneri. . Il passo essenziale è quello di introdurre il “quoziente familiare” per l’imposizione dei redditi dei nuclei: una proposta puntuale, quantizzata e testata su 10 milioni di dichiarazioni dei redditi, è stata messa a punto da Luigi Campiglio e Tatiana Oneta (nessuno dei due è collaterale all’attuale opposizione) e può essere letta al sito http://docenti.unicatt.it. I calcoli concludono che le famiglie avrebbero un sollievo fiscale consistente, senza che ci sia una caduta di entrate. Le stime sono fatte su famiglie regolari e non tengono conto di unioni di fatto. Altro punto essenziale è abrogare l’imposta di successione (nel mondo anglosassone viene chiamata “Death Tax” ossia “tassa sulla morte”) reintrodotta, di soppiatto con l’ultima finanziaria. Una recente ricerca dell’Istituto Tedesco di Studi di Economia del Lavoro, Iza (Iza Discussion Paper N. 2578), un centro studi distinto e distante dalle nostre beghe, conclude che molti Stati la hanno abrogata perché appartiene al passato remoto (venne introdotta con la tassazione capitarla e fondiaria quando i sistemi tributari erano rudimentali). Gran parte dei Paesi anglo-sassoni la hanno cancellata in quanto il suo accertamento e la sua riscossione costa molto di più del gettito tributario che genera. La mantiene la Francia, ma il programma di Sarkozy ne prevede l’eliminazione. Dobbiamo restare i soli con il triste onore di mantenere una “Death Tax” (tassa sulla morte, la chiamano così in inglese) che scoraggia quei lasciti alle generazioni future che spesso sono il sale dei nuclei?
In secondo luogo, pur se un sollievo alla famiglia ha riflessi immediati su consumi ed investimenti e di medio e lungo periodo sulla demografia, occorre mettere mano alla fiscalità sulle imprese. Nelle “considerazioni finali” pronunciate il 31 maggio scorso dal Governatore della Banca d’Italia, è stato ricordato come solo la Francia (e per un soffio) ci batte in termini di pressione tributarie sulle imprese. Tra breve, saremo i primi (in quanto il Governo francese ha annunciato una riduzione della fiscalità di impresa). Se si tiene conto del costo degli adempimenti (complicatissimi in Italia) il primato lo abbiamo già adesso.
TPS passi all’azione. Oppure vada a guidare un centro studi.

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