sabato 19 maggio 2007

ALL’ALITALIA IN BILICO GLI SCIOPERI FANNO DA SCIVOLO

La settimana che inizia lunedì 21 maggio è cruciale per il futuro, anche a breve termine, dell’Alitalia ed inciderà non poco sull’economia del Paese in generale e di Roma (e del Lazio) in particolare. Il 23 maggio è convocato il CdA della compagnia per esaminare i conti (le stime non ufficiali parlano di perdite di un milione di euro al giorno nel primo trimestre). Il 24 maggio le tre cordate in lizza per rilevare la compagnia ( Ap Holding che controlla AirOne, i russi di Aeroflot con Unicredit Banca Mobiliare, e gli americani del fondo Tpg con MatlinPatterson e Mediobanca) . avranno accesso alla data room , ossia alle informazioni sino ad ora tenute riservate (quali quelle sulla redditività contabile per singole tratte) in modo da poter compilare offerte finali vincolanti (e tecniche e finanziarie) entro fine giugno. Nonostante le dichiarazioni incoraggianti del Ministro dell’Economia e delle Finanze Tomaso Padoa Schioppa al Parlamento, le informazioni (da nessuno smentite) che trapelano da Via XX Settembre sulle offerte preliminari sono inquietanti: Tgp (ed associati) valutano zero le azioni Alitalia detenute dal Tesoro; AirOne arriva a 10 cents; più elevata l’offerta dei russi, che resta però al di sotto dei 40 cents ad azione (rispetto alle ultime quotazioni di circa 0,90 euro rilevata a Piazza Affari). AirOne – si dice – è la cordata preferita da Prodi (per i lunghi vincoli di amicizia con Carlo Toto), ma la Lufthansa, alla guida della Star Alliance (di cui AirOne fa parte), ha espresso, in pubblico, serie perplessità sulla capacità di Tgp di gestire una società aerea con rotte intercontinentali.
E’difficile dire se la gara andrà in porto : Il Tempo è stato il primo quotidiano a sottolineare che non si tratta di un’asta ma di un beauty contest ossia spogli successivi delle offerte al fine di individuare quella che più si avvicina all’idea di ciò che la stazione appaltante vuole acquistare. Economisti molto ascoltati dal Presidente del Consiglio, come Carlo Scarpa e Marco Ponti, sostengono da tempo che l’Alitalia è tecnicamente fallita e che ora e si dovrebbe staccare la spina. Un eventuale esito positivo della gara porterà comunque ad un drastico ridimensionamento. Inoltre, la Corte di Giustizia Europea potrebbe trovare improprio il beauty contest (se qualcuno fa ricorso), annullare la gare e rendere inevitabile il fallimento. A quel che si sa, se controllata da Tpg o AirOne all’Alitalia si prospetta il futuro di una compagnia regionale (con riduzione di rotte, scali e personale). Con Aeroflot diventerebbe la linea di lusso di un vettore che è appena uscito da una drastica ristrutturazione. Non facciamoci illusioni: per l’Alitalia, i suoi dipendenti, per l’economia del Paese e del Lazio, queste ipotesi sono comunque migliori del fallimento. E’ bene aprire gli occhi : siamo allo S.O.S
In questo quadro, occorre chiedersi quali sono gli effetti delle agitazioni in corso (nonostante i divieti posti dalla Commissione di Garanzia e dal Ministro in persona): scoraggiano ulteriormente le tre cordate a formulare offerte che prevedano salvaguardie consistenti all’occupazione; in parallelo, inducono i clienti a scappare verso altri vettori. Allo S.O.S., il Governo dovrebbe rispondere introducendo nella fase finale della gara un’asta vera e propria asta. Ed i sindacati ristabilendo la pace sociale. Altrimenti, lo S.OS. diventerebbe un “Farewell Alitalia” con 50.000 disoccupati in più- di cui la metà tra Roma e dintorni.

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