lunedì 30 aprile 2007

WOLFOWITZ E I WORLD BANK BONDS APPESI A UN FILO

Il tormentone della Banca Mondiale si prolunga con la possibilità di effetti sui bonds dell’istituto. Il Consiglio di Amministrazione (CdA) del 24 aprile - come può vedere chi si addentrarsi nel labirinto del sito www.worldbank.org – ha riguardato prestiti a vari Paesi in via di sviluppa. Una breve “sessione informale” ha tentato di fare il punto sul futuro del Presidente Paul Wolfowitz. Il 25 aprile, si è svolta un incontro straordinario del CdA con Wolfowitz che ha chiesto di essere rappresentato da un suo legale di fiducia (Robert Bennet) nei suoi contatti con il Board; la richiesta è stata respinta. In parallelo, Wolfowitz ha riunito i 30 Vice Presidenti della Banca e domandato che costituissero, nel loro ambito, un comitato esecutivo per co-adiuvarlo a gestire la Banca nei tre anni restanti del suo mandato; altro diniego. Ultimi sviluppi nel fine settimana, dopo concitati contatti tra le diplomazie economiche e finanziarie dei maggiori Paesi. Gli europei (guidati da Germania a Francia) hanno convinto i più tolleranti Paesi nordici a tenere una posizione dura. Il 30 aprile si è svolta una riunione a porte chiuse dei sette maggiori azionisti della Banca con Wolfowitz; riferiranno al Board il primo od il 3 maggio per porre fine alla vicenda o chiedendo le dimissioni del Presidente, o emettendo una censura oppure ancora cedendo alle pressioni della Casa Bianca) e non prendendo, quindi, alcuna azione.
Nonostante nuove accuse (questa volta di conflitti di interesse: la stesso ufficio legale che ha negoziato il suo contratto con la Banca ha ricevuto una lauta consulenza dall’istituto), Wolfowitz sembra intenzionato a non dimettersi ed a ingaggiare , se necessario, una battaglia legale. Argomenta che le dimissioni danneggerebbero la Banca (ed i detentori di Worlb Bank bonds) più di una sua permanenza alla guida dell’istituzione. Sa, o pensa, di avere il pieno sostegno dell’Amministrazione Bush: Robert Holland, un industriale del Texas molto vicino alla Casa Bianca e sino all’anno scorso nel Board della Banca, afferma (in interviste a destra ed a manca) che le accuse sono “strumentali” e vengono da Paesi a corruzione endemica e da una burocrazia contraria ai programmi di sfoltimento (del personale) proposti da Wolfowitz. I suoi collaboratori più stretti affermano che l’affare di letto e prebende è stato montato oltre ogni misura dai critici della “svolta” effettuata dalla Banca specialmente in materia di misure per frenare la corruzione: sono stati sospesi prestiti a Paesi importanti (come l’India) in quanto c’erano prove di diffuse tangenti e bustarelle nella pubblica amministrazione.Basta scorrere il sito di contro-informazione www.whirledbak.org per leggerne di cotte e di crude (provenienti probabilmente dall’interno dello stesso istituto).
Uno dei dirigenti più alti in grado, Greame Wheeler, ha ammesso che la Banca è alle prese con la crisi più grave della sua storia. In effetti, lo scandalo di letto e promozioni è la punta di un iceberg complesso che coinvolge la missione della Banca. Creata 65 anni fà per finanziare tramite progetti specifici la ricostruzione e lo sviluppo dei Paesi devastati dalla seconda guerra mondiale; il suo mandato è stato progressivamente esteso ai Paesi in via di sviluppo che avevano difficoltà ad avere accesso al mercato internazionale dei capitali. Gradualmente non solamente gran parte del mondo considerato a basso reddito ha pienamente accesso al mercato dei capitali (si pensi all’Asia, all’America Latina ed a buona parte del Medio Oriente) ma dal 1987 la Banca ha smesso in pratica di finanziare progetti per sostenere, invece, programmi non solo di investimento ma anche di politica economica e di attività fumose come la lotta alla corruzione
Nel frattempo, il personale dell’istituto è aumentato rapidamente: nel 1968 l’organico era di 2500 (e la Banca faceva prestiti per progetti nei 5 continenti, anche alla Spagna ed all’Irlanda); è giunto a oltre 10.000 persone che si devono inventare nuove cose da fare per giustificare il proprio stipendio.
Moody’s e le altre agenzie di classificazione (pur mantenendo il più stretto riserbo) non celano preoccupazioni sul futuro dei bonds della Banca- specialmente se l’attuale crisi si protrae ancora a lungo e Wolfowitz viene dimissionato o costretto alle dimissioni prima che l’Amministrazione Usa (che per consuetudine propone il Presidente) tira fuori dal cappello un candidato di livello ed accettato dagli altri. Il nodo dell’individuazione (e nomina) di un successore ritarda, comunque, la conclusione della vicenda. A renderla ancora più complicata, le dimissioni (per una storia di donnine, lo corso fine settimana, di Randall Tobias, sottosegretario agli esteri incaricato della cooperazione con i Paesi poveri. Nella capitale Usa, si dice che il Presidente Bush abbia chiesto al Consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Stephen Hadley (un repubblicano di lungo corso sessantenne, ma anche molto amico di Hillary Clinton dagli anni in cui frequentavano l’Università di Yale) di mettersi alla ricerca di candidati qualificati. Quanto più la ricerca sarà lunga tanto più innervosirà i mercati.

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